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Scandalo case popolari, Polverini magna-magna


tartagnan

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La casa popolare della Polverini:

«A 130 euro al mese»

 

Sull'Aventino per 15 anni per 5 stanze

 

Lazio: Inchiesta dell'«Espresso» sulla governatrice

La casa popolare della Polverini:

«A 130 euro al mese»

Sull'Aventino per 15 anni per 5 stanze

ROMA - Anche Renata Polverini finisce al centro di «affittopoli». La governatrice del Lazio proprio l'altro ieri aveva istituito una «commissione ispettiva» sull'Ater (l'azienda dell'edilizia popolare) di Roma. Obiettivo: fare luce su eventuali abusi e favoritismi nei contratti di affitto e di vendita delle case pubbliche. Da settimane il centrodestra accusa la vecchia giunta Veltroni di aver svenduto case ad amici e amici di amici. Ma ieri, appena 24 ore dopo l'annuncio della linea dura, Renata Polverini si è ritrovata a sua volta sotto accusa. Tirata in ballo da un'inchiesta pubblicata sul sito internet de l'Espresso.

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Secondo la ricostruzione del settimanale (suffragata da certificati anagrafici), l'ex sindacalista per 15 anni, fino al 2004, ha avuto la propria residenza insieme al marito Massimo Cavicchioli in una casa dell'Ater in via Bramante, all'Aventino, quartiere extra lusso, usufruendo di un canone ultra-popolare: circa 130 euro al mese per 4 vani più bagno e cucina. E ancora oggi, sostiene il giornale, Cavicchioli risulta residente nell'appartamento.

Renata Polverini, cercata tramite la propria portavoce, ha preferito non commentare: «Domani (oggi per chi legge, ndr) forse parlerà di questa storia». La governatrice - secondo la ricostruzione de l'Espresso - dal settembre del 2004 abita e ha la propria residenza in un elegante appartamento a San Saba, altra zona extra lusso in pieno centro della Capitale. Si tratta di una casa acquistata nel 2002 dallo Ior: nove stanze, due box e tre balconi, pagata appena 272 mila euro (somma con la quale all'epoca a Roma si acquistavano sul mercato al massimo 70-75 metri fuori dal centro). E sempre nello stesso stabile aveva poi comprato nel 2004, quando ancora era residente nella casa Ater, un altro appartamento gemello, stavolta a 666 mila euro (valore sempre di molto inferiore rispetto ai prezzi di mercato), di proprietà di una società in affari con la Santa sede.

 

Non solo. Da inquilina delle case popolari, ricostruisce il settimanale, Renata Polverini, mentre stava scalando i vertici del sindacato Ugl fino a diventarne leader, dal 2001 era stata protagonista di una girandola di compravendite immobiliari (compreso un appartamento al Torrino ex Inpdap acquistato alle condizioni riservate agli inquilini, anche se lei non lo era), cessioni e donazioni con un vorticoso giro di centinaia di migliaia di euro. Insomma un tenore di vita ben diverso da quello che si richiede come requisito per usufruire dei canoni agevolati delle abitazioni popolari riservate a persone con redditi bassi e senza casa.

Ancora oggi sul citofono della casa di via Bramante si leggono tre cognomi: Polverini R.- Cavicchioli M. - Berardi (è la famiglia della suocera defunta della governatrice). «Non abitano più qui da tempo», dicono però gli altri inquilini. L'appartamento, a quanto pare, è vuoto. «Se le notizie riportate dall'Espresso fossero confermate, sarebbero molto gravi. Ci auguriamo che Renata Polverini faccia chiarezza al più presto», è il commento di Vincenzo Maruccio, dell'Italia dei Valori.

 

Paolo Foschi

La casa popolare della Polverini: «A 130 euro al mese» - Corriere della Sera

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CASA ALEMANNO: L'APPARTAMENTO AI PARIOLI COMPRATO A META' PREZZO DALL'INAIL, DOPO ANNI DI AFFITTO DI FAVORE

Scrive Marco Lillo sul "Fatto Quotidiano": Nonostante i loro scheletri di cemento nell'armadio, i massimi esponenti della destra laziale continuano incautamente a cavalcare l'onda di Affittopoli. Anche Gianni Alemanno non è stato con le mani in mano.GIANNI ALEMANNO

Il sindaco di Roma, quando la Procura della capitale ha aperto un'indagine sui criteri di assegnazione delle case popolari e sulle procedure di vendita, ha pensato bene di istituire una commissione di inchiesta. "non vogliamo fare polveroni, allarmismi o dossieraggi", ha detto con tono pacato ma severo, "vogliamo solo appurare la verità".

Tutta la verità. Per questo proseguiva il sindaco: "noi abbiamo istituito una commissione di inchiesta che sta studiando gli affitti e le vendite fatte dal 2001 al 2007 e sottolineo questa data perché da quando ci siamo insediati non è avvenuto nulla di tutto questo". La commissione, ovviamente, si occuperà solo del patrimonio del Comune. Se avesse esteso la sua azione anche al patrimonio degli enti previdenziali (nazionali) si sarebbe scoperto che un appartamento al primo piano di sette vani catastali, corrispondenti a circa 140 metri quadrati, nel cuore dei Parioli, una delle zone più care di Roma, è stato acquistato l'8 novembre del 2006 da un tal Gianni Alemanno al prezzo di 533mila euro, metà del prezzo di mercato per un appartamento di quel taglio in quel punto.

Come il duo Cavicchioli-Polverini con l'Ater, anche la famiglia Alemanno aveva prima pagato un canone di poche centinaia di euro all'Inail e poi il politico era riuscito a rendere eterno il privilegio comprando con lo sconto riservato agli inquilini.

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Mauro Favale e Giovanna Vitale per "la Repubblica"

 

 

RENATA POLVERINI GIANNI ALEMANNO

Occupante senza titolo. Negli elenchi delle case Ater, Massimo Cavicchioli è classificato in questo modo. Tanto che, al marito della presidente della Regione Lazio Renata Polverini, l´Agenzia territoriale per l´edilizia residenziale vuole togliere l´appartamento nel rione San Saba dove Cavicchioli è nato e vissuto per tutta la vita. E dove Renata Polverini ha abitato dal 1989 al 2004.

 

La conferma arriva direttamente dal neo-commissario dell´Ater, Bruno Prestagiovanni, che l´altra sera, in una trasmissione su Radio Manà Manà, ha spiegato: «La procedura amministrativa è avviata secondo quanto previsto dalle normative vigenti. L´Ater ha notificato una serie di atti per comunicare la decadenza del contratto. Stiamo aspettando la decorrenza dei termini secondo quanto previsto dal codice civile per poi rientrare in possesso dell´immobile».

 

Una dichiarazione arrivata dopo un incontro a tre tra Prestagiovanni, la governatrice Polverini e l´assessore regionale alla Casa Teodoro Buontempo che, insieme, hanno cercato di ricostruire l´intera vicenda. «Voglio tranquillizzare tutti - continua il commissario Ater - non è stato fatto nessun favoritismo. Ho ricontrollato l´iter della procedura di assegnazione e lo posso affermare». Ciò non toglie, però, che l´Ente voglia rientrare in possesso dell´immobile. E non da ora, visto che la procedura era stata avviata già prima che esplodesse il caso portato a galla da un´inchiesta dell´Espresso.

 

 

Renata Polverini e il marito Massimo Cavicchioli Di tutta la vicenda, Cavicchioli preferisce non parlare. Ma avrebbe confidato agli amici più intimi di non aver alcuna intenzione di lasciare l´appartamento, puntando anzi ad acquistarlo. E l´appiglio potrebbe essere offerto dall´articolo 48 della legge regionale 27 del 2006 che prevede comunque, anche per gli occupanti senza titolo, la possibilità di esercitare il diritto di prelazione per chi vi abita da tempo (la famiglia di Cavicchioli è in quella casa dai primi del ´900), partecipando ad un´asta pubblica.

 

Al momento, però, la disposizione non è stata ancora applicata perché la dismissione degli immobili Ater è partita dagli inquilini in regola con i criteri di assegnazione dell´alloggio. Per quelli senza titolo (in base al censimento del 2006 quasi 7.200 unità abitative sono occupate da persone con un reddito superiore al consentito) si procederà in una fase successiva. Sempre che l´assessore Buontempo, che ha già sospeso le vendite in attesa che la Commissione ispettiva faccia chiarezza sulle vicende "Affittopoli" e "Svendopoli", non decida di bloccare tutto.

 

Sul versante politico, invece, continua il muro contro muro. Al centro Renata Polverini che ieri, in un´intervista a Repubblica, ha ammesso di aver abitato in quella casa Ater per 15 anni spiegando che delle questioni burocratiche si è sempre occupato il marito. «La linea difensiva della Polverini - attacca Vincenzo Maruccio, segretario regionale dell´Idv - non sgombra il campo dal sospetto che si sia tentato di approfittare di una situazione di privilegio occupando un appartamento senza averne diritto».

 

Per il consigliere del Pd Enzo Foschi, «siamo di fronte ad una violazione di legge che tocca i vertici della Regione e va risolta a breve». Il presidente dei Verdi del Lazio Nando Bonessio annuncia di aver chiesto alla Corte dei Conti «di indagare per danno erariale».

Il centrodestra, invece, difende la governatrice. Per il leader della Destra, Francesco Storace, «la Polverini ha fatto bene a rispondere con nettezza alle manovre. Sarà la sinistra a farsi male».

 

 

Bruno Prestagiovanni

Il coordinatore romano del Pdl Gianni Sammarco è convinto di trovarsi di fronte alla «macchina del fango che viene utilizzata contro la presidente del Lazio». Due giorni fa il Pd aveva parlato di "fuoco amico" nei confronti della Polverini finita nel mezzo di una guerra interna al Pdl. Un´ipotesi che, secondo il sottosegretario Francesco Giro, «non può lasciare indifferenti. Non credo a questa tesi ma la vicenda è strana e se unisco questa notizia a quella dei due tentativi di furto ai danni dell´abitazione della Polverini allora la mia irritazione si traduce in preoccupazione e allarme».

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1 - AFFITTOPOLI: ACCERTAMENTI PROCURA ROMA SU CASA POLVERINI SAN SABA...

(AGI) - La Procura di Roma svolgera' accertamenti anche sull'abitazione in via Bramante dove ha vissuto per diversi anni il presidente della Regione Lazio, Renata Polverini. La casa, nel rione di San Saba, fa parte della lista di immobili acquisita dagli investigatori e all'attenzione del pm Ilaria Calo' e dell'aggiunto Alberto Caperna, che indagano sulla cosiddetta 'svendopoli' e 'affittopoli' nella capitale.

Le verifiche dei magistrati riguardano presunte svendite avvenute a partire dal 2004 di immobili riconducibili ad Ater, all'Ipab Sant'Alessio e al Comune di Roma. Nel fascicolo, aperto a carico di ignoti, si ipotizza il reato di abuso d'ufficio. Nei giorni scorsi la Polverini, in una nota, aveva precisato che l'appartamento "posto al quarto piano senza ascensore, con una metratura di circa 60 metri quadri, senza balconi, e' stato assegnato, nei primi anni del '900" al nonno di suo marito, Massimo Cavicchioli, da cui e' separata di fatto. Nelle ultime ore al vaglio dei magistrati c'e' anche un esposto di alcuni dipendenti dell'Ater, dopo le notizie di stampa riguardanti la Polverini.

 

2 - CASA POPOLARE DELLA POLVERINI, ESPOSTO IN PROCURA DI ALCUNI DIPENDENTI ATER. LA SCOMPARSA DI BUONTEMPO

Paolo Foschi per "Il Corriere della Sera - Roma"

 

Chi abita realmente in via Bramante, nella casa dell'Ater dove Renata Polverini ha vissuto abusivamente per 15 anni, fino al 2004? È questa la domanda a cui probabilmente sarà chiamata a rispondere la procura di Roma. Secondo le indiscrezioni, alcuni dipendenti dell'azienda delle case popolari starebbero predisponendo un esposto da presentare a Piazzale Clodio per cercare di fare chiarezza su una situazione che si fa ogni giorno più misteriosa.

Non vivo più lì e io e mio marito siamo separati di fatto (ma non legalmente, ndr)», si è difesa la presidente della Regione, che comunque ha vissuto in quell'appartamento anche quando era proprietaria di altri immobili e quando il proprio reddito familiare era ben superiore ai limiti di legge per ottenere l'alloggio pubblico.

Oggi nella casa popolare all'Aventino (380 euro di canone, compresa «l'indennità di occupazione abusiva») dai documenti risulta residente il marito Massimo Cavicchioli, già sfrattato dall'ente perché non in possesso dei requisiti. Lo sfratto però è stato misteriosamente bloccato in pratica proprio quando alla guida dell'Ater è arrivata Stefania Graziosi, nominata commissario da Renata Polverini.

In realtà però in quell'appartamento risulta residente anche un'altra persona: S.C., cittadina inglese di 53 anni. Secondo i vicini invece non si vede spesso da quelle parti Massimo Cavicchioli. «Forse abita da qualche altra parte», insinua qualcuno.

Era già successo in passato che avesse dato in prestito ad altre persone l'appartamento (cosa vietata dalla legge ed è anche questo uno dei motivi per cui in passato era stato avviato lo sfratto). In ogni caso, essendo ancora sposato agli effetti di legge con Renata Polverini, Cavicchioli sfora ampiamente i tetti di reddito e disporrebbe, almeno in teoria, della casa della moglie.

«Se ci si fidasse delle separazioni di fatto, qualsiasi coppia potrebbe eludere la legge per mantenere la casa pubblica, pur avendone un'altra di proprietà. E un'amministratrice attenta come la presidente della Regione, dovrebbe saperlo bene», spiega uno dei dipendenti dell'Ater che sta preparando l'esposto alla procura.

L'assessore regionale alla casa, Teodoro Buontempo, proprio il giorno prima che scoppiasse lo scandalo, aveva annunciato insieme alla Polverini: «Cacceremo i furbi dalle case Ater». Poi Buontempo è scomparso: non un commento, telefonino staccato da giorni. E adesso, secondo il nuovo commissario Bruno Prestagiovanni, l'iter dello sfratto è ripartito. Ma la polemica non si placa: «Buontempo renda pubblici tutti i documenti sulla casa di via Bramante», chiedono Esterino Montino, del Pd, e Luigi Nieri, Sel.

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