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Pesci, coccodrilli e tartarughe : il menù dei primi uomini aiutò lo sviluppo del loro


giorgio

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Una ricerca di un gruppo australiano, diretta da Andy Herries e pubblicata su "Proceedings of the National Academy of Science"

 

Il cibo dei primi ominidì sostenne la loro l'evoluzione

 

Pesci, tartarughe e coccodrilli: questo il menù degli uomini primitivi. Tale alimentazione agì da supercarburante per il cervello, favorendo l'evoluzione.

Questa la conclusione di una ricerca di un gruppo australiano, diretta da Andy Herries e pubblicata su "Proceedings of the National Academy of Science".

 

Il lavoro è partito dall'analisi di un gruppo di strumenti in pietra, ritrovati in Kenya da una spedizione archeologica. Osservando i reperti, gli studiosi hanno ipotizzato come gli oggetti, dotati di lama ma troppo piccoli per un vero ruolo offensivo, non fossero armi da caccia ma utensili da cucina, buoni per scarnificare e tagliare una prega già morta. Inoltre, il luogo del ritrovamento era ricco di resti dei banchetti dei primi ominidi: coccodrilli, tartarughe e pesce.

 

Herries e colleghi sostengono come proprio tale dieta consentì agli ominidi più remoti di evolvere in Homo Erectus, cambiamento testimoniato anche dagli strumenti alimentari.

 

Spiega così il capo ricercatore: "Questo ritrovamento è importante perché in particolare ai pesci è associato lo sviluppo del cervello ed è dopo questo periodo che vediamo il cervello delle specie di ominidi più piccoli evolvere nell'Homo erectus, il primo ominide a lasciare l'Africa".

 

Prossimo passo degli esperti australiani sarà ricavare ulteriori informazioni sui reperti, cercando di chiarire la relazione tra fossili e sviluppo dell'anatomia umana.

 

 

Fonte: David R. Braun, John W. K. Harris,Naomi E. Levin, Jack T. McCoy, Andy I. R. Herries, Marion K. Bamford, Laura C. Bishop, Brian G. Richmond, and Mzalendo Kibunjia, ""Early hominin diet included diverse terrestrial and aquatic animals 1.95 Ma in East Turkana, Kenya", PNAS 2010 107 (22) 10002-10007; published ahead of print June 1, 2010, doi:10.1073/pnas.1002181107

 

Matteo Clerici

 

ATTENZIONE: l'articolo qui riportato è frutto di ricerca ed elaborazione di notizie pubblicate sul web e/o pervenute. L'autore, la redazione e la proprietà, non necessariamente avallano il pensiero e la validità di quanto pubblicato. Declinando ogni responsabilità su quanto riportato, invitano il lettore a una verifica, presso le fonti accreditate e/o aventi titolo.

 

newsfood.com

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