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adottiamo tartarughe terrestri


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Ciao a tutti,

ripeto il msg qui è il posto giusto:

 

ci siamo avvicinati al mondo delle tarta grazie a mia figlia, la quale

ne vorrebbe almeno una terrestre in adozione.

Viviamo a Roma ed abbiamo un giardinetto, se qualcuno a qualche

tarta che gli "avanza" noi saremmo felici di accoglierla.

Grazie, Greta e Alessandro

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non e' facile comunque tra un po' sara' tempo di nascite e puo' darsi che troverai qualcosa comunque opta per tartarughe autoctone come testudo hermanni o marginata ecco qui:
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Testudo hermanni hermanni

Tassonomia

Regno: Animalia

Phylum: Cordata

Classe: Reptilia

Ordine: Testudines

Sottordine: Cryptodira

Superfamiglia: Testudinoidea

Famiglia: Testudinidae

Genere: Testudo

Specie: Testudo hermanni

Sottospecie: Testudo hermanni hermanni

Origini ed Habitat

Si tratta dell’unica Specie autoctona. Questa sottospecie è presente nell’ Italia

centrale e meridionale e nelle sue isole maggiori, nel Sud della Spagna, nelle Baleari,

nel Sud della Francia e in Corsica. Vive in ambienti costieri e sub costieri (gariga

costiera mediterranea), in pinete, in zone collinari, in campi coltivati e zone boscose.

Caratteristiche

Le dimensioni medie di Testudo hermanni hermanni si aggirano attorno ai 13-20 cm,

Il carapace robusto ed allungato presenta una colorazione generalmente chiara con le

areole degli scuti di color scuro brunastro o nere.

Il piastrone di colorazione giallo presenta delle caratteristiche macchie longitudinali

che possono aiutare a distinguere le due sottospecie. La pelle, anch’essa di colore

chiaro, presenta delle robuste squame; sulla parte posteriore delle cosce non

presenta tubercoli cornei. Testudo hermanni hermanni è molto simile alla ssp. Thb;

differisce per le piccole dimensioni, per una colorazione più brillante del carapace, per

le fasce nere che corrono parallele per tutta la lunghezza del piastrone, per le suture

degli scuti pettorali, più corte rispetto le suture di quelli femorali, ed inoltre presenta

una tipica macchia gialla sulla guancia ad entrambi i lati della testa.

Dimorfismo e riproduzione

La differenza tra i sessi di questa sottospecie è piuttosto evidente: i maschi hanno

dimensioni minori, presentano un piastrone piuttosto concavo, la coda del maschio è

più lunga, è larga alla base e presenta l’apertura cloacale fuori dai margini del

carapace.

Le femmine presentano dimensioni maggiori oltre ad una maggiore bombatura del

carapace, il piastrone è piatto, la coda più corta e sottile e presenta l’apertura

cloacale all’interno dei margini del carapace.

L’accoppiamento avviene di solito nella stagione primaverile in seguito a vari

corteggiamenti piuttosto virulenti. Tra aprile e luglio, le femmine scavano una piccola

buca per deporre da 3 a 8 uova in 2 o 3 covate a distanza di circa un mese l’una

dall’altra. Le uova si schiuderanno dopo circa 3 mesi o, in incubazione, dopo circa due

mesi a temperature comprese tra i 30 e 32 °C.

Allevamento

È consigliabile allevare questa specie all’aperto tutto l’anno essendosi ben acclimatata

nella macchia mediterranea. L’ambiente ideale sarebbe una zona ben recintata di

giardino esposta al sole, ma ricco di vegetazione, ripari, nascondigli e zone d’ombra.

La recinzione deve essere ben fatta senza la minima apertura, perché se c’è una via

d’uscita la tartaruga la scoprirà e la userà. Per creare la recinzione si possono

utilizzare svariati materiali quali travi di legno, mattoni di tufo, reti metalliche, muro

di cinta ecc. È importante ricordare che la recinzione deve essere alta più del doppio

dell’animale, inoltre e consigliato utilizzare una rete metallica di almeno 20 cm

sotterrata alla base della recinzione per evitare che le tartarughe si diano alla fuga

scavando nel substrato.

Per l’allevamento di questa specie possiamo utilizzare substrati ricchi di erbe

selvatiche che permetteranno all’animale di pascolare ed alimentarsi.

Il numero delle tartarughe che può ospitare uno spazio, in particolare il rapporto tra

maschi e femmine, è di grandissima importanza per il loro benessere. Se nella

recinzione sono presenti due o più maschi, le lotte per il territorio o eventuali

femmine potrebbero causare agli animali serie ferite e uno stress continuo. Inoltre i

maschi, nella stagione degli accoppiamenti e quindi nel periodo del corteggiamento,

potrebbe provocare alla femmina serie lesione che nel peggiore dei casi possono

portare alla morte. È per questo consigliato un rapporto maschi - femmine di 1 a 3;

se non è possibile fare questo gruppo, allora è di vitale importanza separare i due

sessi e introdurre il maschio solo per l’accoppiamento.

Questa specie è attiva da marzo fino ai primi di novembre; gli esemplari sani tra

novembre e febbraio entrano in ibernazione. Perché sopravvivano a lungo nel nostro

giardino bisogna che facciano regolarmente il letargo: una tartaruga privata del suo

letargo invecchia più in fretta, si indebolisce, si riducono le sue difese immunitarie ed

è quindi esposta ad infezioni e ad altre patologie. Non esiste una modalità di

ibernazione comune, diciamo che è un comportamento soggettivo che varia da

animale ad animale e fa preferire ad alcune interrarsi ad altre rifugiarsi. Essendo una

specie ben acclimatata possiamo far fare il letargo all’aperto, ma è opportuno fornire

rifugi riparati dove metteremo della paglia per prevenire gelate o abbassamenti

repentini di temperature. È opportuno non disturbare gli animali in ibernazione,

provocheremmo un forte stress. Tuttavia è consigliato un controllo periodico,

soprattutto per quelle che non si sono interrate: anche se ibernate, dovrebbero

presentare una minima reazione al tatto. Al risveglio è opportuno far fare una bagno

in acqua tiepida per far reidratare l’animale, per farlo defecare ed urinare. La fase del

risveglio è importante per correggere eventuali errori alimentari che abbiano portato

l’animale a preferire cibi meno salutari di altri.

Alimentazione

Specie essenzialmente vegetariana.

Nell’allevamento in cattività spesso si rischia di eccedere con alimenti proteici e con la

lattuga, ma una sana ed equilibrata alimentazione è indispensabile per ottenere un

ottimo stato di salute per la nostra tartaruga. Il 90% dell’alimentazione deve essere

formato da vegetali, il restante 10% da frutta ed ortaggi. L’alimentazione deve

fornire fibre, vitamine, minerali, pochissime proteine animali e molta acqua. Una

buona regola è lasciare che la tartaruga si nutra delle erbe selvatiche che nascono

spontanee nella recinzione, assicurandosi che non vi siano stati utilizzati

antiparassitari o pesticidi di ogni genere. Vanno preferiti vegetali che contengano

molto calcio e poco fosforo, come il tarassaco, la piantaggine, la malva e le cicorie

selvatiche. Possiamo inoltre somministrare cicorie, radicchio verde e rosso, scarola,

indivia, riccia, pale di opunzia, fiori e foglie di ibisco, foglie di vite non trattata. È

opportuno integrare la dieta fornendo almeno una volta al mese frutta e ortaggi vari

quali: carote, zucchine, finocchi, melanzane e pomodori e ancora albicocche, pere,

mele, fragole, pesche, susine e fichi d’india, il tutto ben lavato sotto acqua corrente.

Sono da evitare, perché tossiche: ranuncolo, romice, robinia, vitalba, pepe d'acqua,

oleandro, edera, felci e l’aucuba.

Poiché l’alimentazione è formata da almeno il 70-80% di acqua, non ha molto

bisogno di bere, ciò nonostante dobbiamo sempre fornire in una vaschetta o in un

sottovaso dell’acqua che andrà quotidianamente sostituita. Le piccole vi faranno

ricorso più spesso, usando l’acqua sia ber idratarsi che per defecare ed urinare.

Un'alimentazione errata è la causa principale di innumerevoli patologie nonché di

deformazioni permanenti nel carapace, come ad esempio la famosa

piramidalizzazione degli scuti dovuta sia a cibi non adatti che a condizioni di

allevamento pessime. Sono da evitare assolutamente alimenti di origine animale,

pane, riso, pasta e farinacei di ogni genere, legumi, banane, latte, formaggi o altri

prodotti derivati dal latte, cibi per cani o per gatti.

Legislazione

La specie è protetta sia a livello nazionale che internazionale. È compresa in

Appendice II C.I.T.E.S. e in Allegato A del regolamento CE. Diverse importanti

associazioni si stanno occupando della salvaguardia delle popolazioni selvatiche:

SOPTOM in Francia, ANSE e COMAM in Spagna, infine, CARAPAX e WWF in Italia.

A cura di: Daniele Guarnotta

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Testudo hermanni boettgeri

Tassonomia

Regno: Animalia

Phylum: Cordata

Classe: Reptilia

Ordine: Testudines

Sottordine: Cryptodira

Superfamiglia: Testudinoidea

Famiglia: Testudinidae

Genere: Testudo

Specie: Testudo hermanni

Sottospecie: Testudo hermanni boettgeri

Origini ed Habitat

Testudo hermanni boettgeri ha un vasto areale ed è diffusa in Dalmazia, Erzegovina,

Serbia, Macedonia, Albania, Grecia centrale e meridionale, in Albania sud-occidentale,

Romania, Bulgaria. Vive in ambienti aridi pietrosi, costieri e sub costieri, in pinete, in

zone collinari, in campi coltivati.

Caratteristiche

Le dimensioni medie di Testudo hermanni boettgeri si aggirano intorno 20-30 cm. Il

carapace robusto ed allungato presenta una colorazione generalmente chiara con le

areole degli scuti di color scuro brunastro o nero.

Il piastrone di colorazione giallo-olivastro presenta delle caratteristiche macchie

longitudinali che possono aiutare a distinguere le due sottospecie. La pelle, anch’essa

di colore chiaro, presenta delle robuste squame; sulla parte posteriore delle cosce

non presenta tubercoli cornei. Testudo hermanni boettgeri è molto simile alla ssp.

Thh ma si distingue facilmente per le maggiori dimensioni e per i colori del carapace

più spenti; le macchie del piastrone sono discontinue e maggiormente sfumate

mentre le suture degli scuti pettorali sono più lunghe o della stessa lunghezza di

quelle femorali. Infine non presenta il tipico guanciotto giallo.

Dimorfismo e riproduzione

La differenza tra i sessi di questa specie è piuttosto evidente: i maschi hanno

dimensioni minori, presentano un piastrone piuttosto concavo, la coda del maschio è

più lunga, è larga alla base e presenta l’apertura cloacale fuori dai margini del

carapace.

Le femmine presentano dimensioni maggiori oltre alla maggiore bombatura del

carapace, il piastrone è piatto, la coda più corta e sottile e presenta l’apertura

cloacale all’interno dei margini del carapace.

L’accoppiamento avviene di solito nella stagione primaverile in seguito a vari

corteggiamenti piuttosto virulenti. Tra aprile e luglio le femmine scavano una piccola

buca per deporre da 3 a 12 uova in 2 o 3 covate a distanza di circa tre settimane

l’una dall’altra. Le uova si schiuderanno dopo circa 3 mesi o, in incubazione, dopo

circa due mesi a temperature comprese tra i 30 e 32 °C.

Allevamento

È consigliabile allevare questa specie all’aperto tutto l’anno essendosi ben acclimatata

nella macchia mediterranea ed essendo inoltre originaria di zone con clima più rigido

(-5° C). L’ambiente ideale sarebbe una zona ben recintata di giardino esposta al sole,

ma ricco di vegetazione, ripari, nascondigli e zone d’ombra. La recinzione deve essere

ben fatta senza la minima apertura, perché se c’è una via d’uscita la tartaruga la

scoprirà e la userà. Per creare la recinzione si possono utilizzare svariati materiali

quali travi di legno, mattoni di tufo, reti metalliche, muro di cinta ecc. È importante

ricordare che la recinzione deve essere alta più del doppio dell’animale, inoltre e

consigliato utilizzare una rete metallica di almeno 20 cm sotterrata alla base della

recinzione per evitare che le tartarughe si diano alla fuga scavando nel substrato.

Per l’allevamento di questa specie possiamo utilizzare substrati ricchi di erbe

selvatiche che permetteranno all’animale di pascolare ed alimentarsi.

Il numero delle tartarughe che può ospitare uno spazio, in particolare il rapporto tra

maschi e femmine, è di grandissima importanza per il loro benessere. Se nella

recinzione sono presenti due o più maschi, le lotte per il territorio o eventuali

femmine potrebbero causare agli animali serie ferite e uno stress continuo. Inoltre i

maschi, nella stagione degli accoppiamenti e quindi nel periodo del corteggiamento,

potrebbe provocare alla femmina serie lesione che nel peggiore dei casi possono

portare alla morte. È per questo consigliato un rapporto maschi - femmine di 1 a 3;

se non è possibile fare questo gruppo, allora è di vitale importanza separare i due

sessi e introdurre il maschio solo per l’accoppiamento.

Questa specie è attiva da marzo fino ai primi di novembre; gli esemplari sani tra

novembre e febbraio entrano in ibernazione. Perché sopravvivano a lungo nel nostro

giardino bisogna che facciano regolarmente il letargo: una tartaruga privata del suo

letargo invecchia più in fretta, si indebolisce, si riducono le sue difese immunitarie ed

è quindi esposta ad infezioni e ad altre patologie. Non esiste una modalità di

ibernazione comune, diciamo che è un comportamento soggettivo che varia da

animale ad animale e fa preferire ad alcune interrarsi ad altre rifugiarsi. Essendo una

specie ben acclimatata possiamo far fare il letargo all’aperto, ma è opportuno fornire

rifugi riparati dove metteremo della paglia per prevenire gelate o abbassamenti

repentini di temperature. È opportuno non disturbare gli animali in ibernazione,

provocheremmo un forte stress. Tuttavia è consigliato un controllo periodico,

soprattutto per quelle che non si sono interrate: anche se ibernate, dovrebbero

presentare una minima reazione al tatto. Al risveglio è opportuno far fare una bagno

in acqua tiepida per far reidratare l’animale, per farlo defecare ed urinare. La fase del

risveglio è importante per correggere eventuali errori alimentari che abbiano portato

l’animale a preferire cibi meno salutari di altri.

Alimentazione

Specie essenzialmente vegetariana.

Nell’allevamento in cattività spesso si rischia di eccedere con alimenti proteici e con la

lattuga, ma una sana ed equilibrata alimentazione è indispensabile per ottenere un

ottimo stato di salute per la nostra tartaruga. Il 90% dell’alimentazione deve essere

formato da vegetali, il restante 10% da frutta ed ortaggi. L’alimentazione deve

fornire fibre, vitamine, minerali, pochissime proteine animali e molta acqua. Una

buona regola è lasciare che la tartaruga si nutra delle erbe selvatiche che nascono

spontanee nella recinzione, assicurandosi che non vi siano stati utilizzati

antiparassitari o pesticidi di ogni genere. Vanno preferiti vegetali che contengano

molto calcio e poco fosforo, come il tarassaco, la piantaggine, la malva e le cicorie

selvatiche. Possiamo inoltre somministrare cicorie, radicchio verde e rosso, scarola,

indivia, riccia, pale di opunzia, fiori e foglie di ibisco, foglie di vite non trattata. È

opportuno integrare la dieta fornendo almeno una volta al mese frutta e ortaggi vari

quali: carote, zucchine, finocchi, melanzane e pomodori e ancora albicocche, pere,

mele, fragole, pesche, susine e fichi d’india, il tutto ben lavato sotto acqua corrente.

Sono da evitare, perché tossiche: ranuncolo, romice, robinia, vitalba, pepe d'acqua,

oleandro, edera, felci e l’aucuba.

Poiché l’alimentazione è formata da almeno il 70-80% di acqua, non ha molto

bisogno di bere, ciò nonostante dobbiamo sempre fornire in una vaschetta o in un

sottovaso dell’acqua che andrà quotidianamente sostituita. Le piccole vi faranno

ricorso più spesso, usando l’acqua sia ber idratarsi che per defecare ed urinare.

Un'alimentazione errata è la causa principale di innumerevoli patologie nonché di

deformazioni permanenti nel carapace, come ad esempio la famosa

piramidalizzazione degli scuti dovuta sia a cibi non adatti che a condizioni di

allevamento pessime. Sono da evitare assolutamente alimenti di origine animale,

pane, riso, pasta e farinacei di ogni genere, legumi, banane, latte, formaggi o altri

prodotti derivati dal latte, cibi per cani o per gatti.

Legislazione

La specie è compresa in Appendice II C.I.T.E.S. e in Allegato A del regolamento CE.

A cura di: Daniele Guarnotta

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Testudo marginata

Tassonomia

Regno: Animalia

Phylum: Chordata

Classe: Reptilia

Ordine: Testudines

Sottordine: Cryptodira

Superfamiglia: Testudinoidea

Famiglia: Testudinidae

Genere: Testudo

Specie: Testudo marginata

Questa specie non ha sottospecie

Origini ed Habitat

È diffusa nella Grecia centrale e meridionale, in Albania sud-occidentale e in Italia

dove è stata introdotta dall’uomo in epoca storica, più precisamente in Toscana, in

Emilia Romagna, in Calabria e in Sardegna.

Vive in zone collinari, in campi coltivati e in zone boscose.

Caratteristiche

La Testudo marginata è la più grande specie del genere Testudo: può arrivare a

misurare e superare i 40 cm di lunghezza.

La caratteristica principale per distinguere questa specie è la forte scampanatura

posteriore con lo scuto sopracaudale non è diviso.

Il carapace robusto ed allungato presenta una colorazione generalmente scura

brunastra o nera con le areole degli scuti di color giallo arancio.

Il piastrone, di colorazione giallo-olivastro, presenta dei caratteristici triangoli scuri

posizionati in ogni scuto.

La pelle, anch’essa di colore scuro, presenta delle robuste squame; sulla parte

posteriore delle cosce ci sono uno o due tubercoli cornei per ogni lato, invece non

è presente alcun astuccio corneo nella punta della coda.

Dimorfismo e riproduzione

La differenza tra i sessi di questa specie è piuttosto evidente: i maschi presentano

dimensioni maggiori grazie anche alla scampanatura posteriore, inoltre si nota un

certo restringimento circa a metà carapace; presentano un piastrone piuttosto

concavo, la coda del maschio è più lunga, è larga alla base e presenta l’apertura

cloacale fuori dai margini del carapace. Le femmine hanno dimensioni minori oltre

alla maggiore bombatura del carapace, il piastrone è piatto, la coda più corta e

sottile e presenta l’apertura cloacale all’interno dei margini del carapace.

L’accoppiamento avviene di solito nella stagione primaverile in seguito a vari

corteggiamenti piuttosto virulenti. Tra aprile e luglio, le femmine scavano una

piccola buca per deporre da 3 a 12 uova in 2 o 3 covate a distanza di circa un

mese l’una dall’altra. Le uova si schiuderanno dopo circa 3 mesi o, in incubazione,

dopo circa due mesi a temperature comprese tra i 25 e 33 °C.

Allevamento

È consigliabile allevare questa specie all’aperto tutto l’anno essendosi ben acclimatata

nella macchia mediterranea. L’ambiente ideale sarebbe una zona ben recintata di giardino

esposta al sole, ma ricco di vegetazione, ripari, nascondigli e zone d’ombra. La recinzione

deve essere ben fatta senza la minima apertura, perché se c’è una via d’uscita la

tartaruga la scoprirà e la userà. Per creare la recinzione si possono utilizzare svariati

materiali quali travi di legno, mattoni di tufo, reti metalliche, muro di cinta ecc. È

importante ricordare che la recinzione deve essere alta più del doppio dell’animale, inoltre

e consigliato utilizzare una rete metallica di almeno 20 cm sotterrata alla base della

recinzione per evitare che le tartarughe si diano alla fuga scavando nel substrato. Per

l’allevamento di questa specie possiamo utilizzare substrati ricchi di erbe selvatiche che

permetteranno all’animale di pascolare ed alimentarsi. Il numero delle tartarughe che può

ospitare uno spazio, in particolare il rapporto tra maschi e femmine, è di grandissima

importanza per il loro benessere. Se nella recinzione sono presenti due o più maschi, le

lotte per il territorio o eventuali femmine potrebbero causare agli animali serie ferite e uno

stress continuo. Inoltre i maschi, nella stagione degli accoppiamenti e quindi nel periodo

del corteggiamento, potrebbe provocare alla femmina serie lesione che nel peggiore dei

casi possono portare alla morte. È per questo consigliato un rapporto maschi - femmine

pari a 1- 3; se non è possibile fare questo gruppo, allora è di vitale importanza separare i

due sessi e introdurre il maschio solo per l’accoppiamento.

Questa specie è attiva da marzo fino ai primi di novembre; gli esemplari sani tra

novembre e febbraio entrano in ibernazione. Perché sopravvivano a lungo nel

nostro giardino bisogna che facciano regolarmente il letargo: una tartaruga privata

del suo letargo invecchia più in fretta, si indebolisce, si riducono le sue difese

immunitarie ed è quindi esposta ad infezioni e ad altre patologie. Non esiste una

modalità di ibernazione comune, diciamo che è un comportamento soggettivo che

varia da animale ad animale e fa preferire ad alcune interrarsi ad altre rifugiarsi.

Essendo una specie ben acclimatata possiamo far fare il letargo all’aperto, ma è

opportuno fornire rifugi riparati dove metteremo della paglia per prevenire gelate

o abbassamenti repentini di temperature. E’ opportuno non disturbare gli animali

in ibernazione: provocheremmo un forte stress, ma è anche consigliato osservare

ogni comportamento in modo da evitare fastidiose patologie. Al risveglio è

opportuno far fare una bagno in acqua tiepida per far reidratare l’animale, per

farlo defecare ed urinare. La fase del risveglio è importante per correggere

eventuali errori alimentari che hanno portato l’animale a preferire cibi meno

salutari di altri.

Alimentazione

Specie essenzialmente vegetariana.

Nell’allevamento in cattività si nota una certa preferenza per alimenti proteici e

lattuga, ma una sana ed equilibrata alimentazione è alla base di un ottimo stato di

salute per la nostra tartaruga. Il 90% dell’alimentazione deve essere formata da

vegetali, il restante 10% da frutta ed ortaggi. Da ciò possiamo dire che l’alimentazione

deve essere formata da fibre, vitamine, minerali, pochissime proteine animali e molta

acqua. Una buona regola è lasciare che la tartaruga si nutra pascolando le erbe

selvatiche che nascono spontanee nella recinzione, assicurandosi che non vi siano

stati utilizzati antiparassitari o pesticidi di ogni genere. Possiamo inoltre

somministrare: cicorie, radicchio, scarola, indivia, riccia, pale di opunzia. È opportuno

integrare la dieta fornendo almeno una volta al mese frutta e ortaggi vari quali:

carote, zucchine, finocchi, melanzane e pomodori o ancora albicocche, pere, mele,

fragole, pesche, susine e fichi d’india, il tutto ben lavato sotto acqua corrente. Sono

da evitare, perché tossiche: ranuncolo, romice, robinia, vitalba, pepe d'acqua,

oleandro, edera, felci e l’aucuba.

Poiché l’alimentazione è formata da almeno 70-80% di acqua, non ha molte

esigenze di bere, ciò nonostante dobbiamo sempre fornire in una vaschetta o in un

sottovaso dell’acqua che andrà quotidianamente sostituita.

Un'alimentazione errata è la causa principale di innumerevoli patologie nonché

deformazioni permanenti nel carapace, come ad esempio la famosa

piramidalizzazione degli scuti dovuta ad una alimentazione sbagliata ed a

condizioni di allevamento pessime. Sono da evitare assolutamente alimenti di

origine animale, pane, riso, pasta e farinacei di ogni genere, legumi, banane e

agrumi, latte, formaggi o altri prodotti derivati dal latte, cibi per cani o gatti.

Legislazione

L’eleganza e la rarità portano questa specie ad essere soggetto di commercio

illegale, per non parlare del decesso di molti esemplari coinvolti in incedi dolosi

estivi. Per questo motivo la specie è protetta in Appendice II CITES allegato A del

Regolamento CE 2724/2000.

A cura di: Daniele Guarnotta

Foto: Ivana

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Oh raga grazie della rapuida risposta e delle info...noi attendiamo fiduciosi

semmai

ciao a tutti e buona pasquetta

G & A

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e la graeca ibera :question:, anche lei è autoctona diciamo, più o meno quanto lo è la marginata.............

 

mmm... giusto!

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  • 3 weeks later...

da moby dick vendevano, non so se ancora credo testudo hermanni a 80 neuri...che dite è un prezzo accettabile?

comunque ottime le info,

saluti

G A

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quale moby dick :question., se intendi quello a Roma non credo siano Thh, hanno solo horsf, kinixis, sulcata, carbonaria e pardalis.........
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