clipper 10 Posted April 4, 2010 Share Posted April 4, 2010 Ciao a tutti, ripeto il msg qui è il posto giusto: ci siamo avvicinati al mondo delle tarta grazie a mia figlia, la quale ne vorrebbe almeno una terrestre in adozione. Viviamo a Roma ed abbiamo un giardinetto, se qualcuno a qualche tarta che gli "avanza" noi saremmo felici di accoglierla. Grazie, Greta e Alessandro Link to comment Share on other sites More sharing options...
Frafri 10 Posted April 4, 2010 Share Posted April 4, 2010 non e' facile comunque tra un po' sara' tempo di nascite e puo' darsi che troverai qualcosa comunque opta per tartarughe autoctone come testudo hermanni o marginata ecco qui: Link to comment Share on other sites More sharing options...
Frafri 10 Posted April 4, 2010 Share Posted April 4, 2010 Testudo hermanni hermanni Tassonomia Regno: Animalia Phylum: Cordata Classe: Reptilia Ordine: Testudines Sottordine: Cryptodira Superfamiglia: Testudinoidea Famiglia: Testudinidae Genere: Testudo Specie: Testudo hermanni Sottospecie: Testudo hermanni hermanni Origini ed Habitat Si tratta dell’unica Specie autoctona. Questa sottospecie è presente nell’ Italia centrale e meridionale e nelle sue isole maggiori, nel Sud della Spagna, nelle Baleari, nel Sud della Francia e in Corsica. Vive in ambienti costieri e sub costieri (gariga costiera mediterranea), in pinete, in zone collinari, in campi coltivati e zone boscose. Caratteristiche Le dimensioni medie di Testudo hermanni hermanni si aggirano attorno ai 13-20 cm, Il carapace robusto ed allungato presenta una colorazione generalmente chiara con le areole degli scuti di color scuro brunastro o nere. Il piastrone di colorazione giallo presenta delle caratteristiche macchie longitudinali che possono aiutare a distinguere le due sottospecie. La pelle, anch’essa di colore chiaro, presenta delle robuste squame; sulla parte posteriore delle cosce non presenta tubercoli cornei. Testudo hermanni hermanni è molto simile alla ssp. Thb; differisce per le piccole dimensioni, per una colorazione più brillante del carapace, per le fasce nere che corrono parallele per tutta la lunghezza del piastrone, per le suture degli scuti pettorali, più corte rispetto le suture di quelli femorali, ed inoltre presenta una tipica macchia gialla sulla guancia ad entrambi i lati della testa. Dimorfismo e riproduzione La differenza tra i sessi di questa sottospecie è piuttosto evidente: i maschi hanno dimensioni minori, presentano un piastrone piuttosto concavo, la coda del maschio è più lunga, è larga alla base e presenta l’apertura cloacale fuori dai margini del carapace. Le femmine presentano dimensioni maggiori oltre ad una maggiore bombatura del carapace, il piastrone è piatto, la coda più corta e sottile e presenta l’apertura cloacale all’interno dei margini del carapace. L’accoppiamento avviene di solito nella stagione primaverile in seguito a vari corteggiamenti piuttosto virulenti. Tra aprile e luglio, le femmine scavano una piccola buca per deporre da 3 a 8 uova in 2 o 3 covate a distanza di circa un mese l’una dall’altra. Le uova si schiuderanno dopo circa 3 mesi o, in incubazione, dopo circa due mesi a temperature comprese tra i 30 e 32 °C. Allevamento È consigliabile allevare questa specie all’aperto tutto l’anno essendosi ben acclimatata nella macchia mediterranea. L’ambiente ideale sarebbe una zona ben recintata di giardino esposta al sole, ma ricco di vegetazione, ripari, nascondigli e zone d’ombra. La recinzione deve essere ben fatta senza la minima apertura, perché se c’è una via d’uscita la tartaruga la scoprirà e la userà. Per creare la recinzione si possono utilizzare svariati materiali quali travi di legno, mattoni di tufo, reti metalliche, muro di cinta ecc. È importante ricordare che la recinzione deve essere alta più del doppio dell’animale, inoltre e consigliato utilizzare una rete metallica di almeno 20 cm sotterrata alla base della recinzione per evitare che le tartarughe si diano alla fuga scavando nel substrato. Per l’allevamento di questa specie possiamo utilizzare substrati ricchi di erbe selvatiche che permetteranno all’animale di pascolare ed alimentarsi. Il numero delle tartarughe che può ospitare uno spazio, in particolare il rapporto tra maschi e femmine, è di grandissima importanza per il loro benessere. Se nella recinzione sono presenti due o più maschi, le lotte per il territorio o eventuali femmine potrebbero causare agli animali serie ferite e uno stress continuo. Inoltre i maschi, nella stagione degli accoppiamenti e quindi nel periodo del corteggiamento, potrebbe provocare alla femmina serie lesione che nel peggiore dei casi possono portare alla morte. È per questo consigliato un rapporto maschi - femmine di 1 a 3; se non è possibile fare questo gruppo, allora è di vitale importanza separare i due sessi e introdurre il maschio solo per l’accoppiamento. Questa specie è attiva da marzo fino ai primi di novembre; gli esemplari sani tra novembre e febbraio entrano in ibernazione. Perché sopravvivano a lungo nel nostro giardino bisogna che facciano regolarmente il letargo: una tartaruga privata del suo letargo invecchia più in fretta, si indebolisce, si riducono le sue difese immunitarie ed è quindi esposta ad infezioni e ad altre patologie. Non esiste una modalità di ibernazione comune, diciamo che è un comportamento soggettivo che varia da animale ad animale e fa preferire ad alcune interrarsi ad altre rifugiarsi. Essendo una specie ben acclimatata possiamo far fare il letargo all’aperto, ma è opportuno fornire rifugi riparati dove metteremo della paglia per prevenire gelate o abbassamenti repentini di temperature. È opportuno non disturbare gli animali in ibernazione, provocheremmo un forte stress. Tuttavia è consigliato un controllo periodico, soprattutto per quelle che non si sono interrate: anche se ibernate, dovrebbero presentare una minima reazione al tatto. Al risveglio è opportuno far fare una bagno in acqua tiepida per far reidratare l’animale, per farlo defecare ed urinare. La fase del risveglio è importante per correggere eventuali errori alimentari che abbiano portato l’animale a preferire cibi meno salutari di altri. Alimentazione Specie essenzialmente vegetariana. Nell’allevamento in cattività spesso si rischia di eccedere con alimenti proteici e con la lattuga, ma una sana ed equilibrata alimentazione è indispensabile per ottenere un ottimo stato di salute per la nostra tartaruga. Il 90% dell’alimentazione deve essere formato da vegetali, il restante 10% da frutta ed ortaggi. L’alimentazione deve fornire fibre, vitamine, minerali, pochissime proteine animali e molta acqua. Una buona regola è lasciare che la tartaruga si nutra delle erbe selvatiche che nascono spontanee nella recinzione, assicurandosi che non vi siano stati utilizzati antiparassitari o pesticidi di ogni genere. Vanno preferiti vegetali che contengano molto calcio e poco fosforo, come il tarassaco, la piantaggine, la malva e le cicorie selvatiche. Possiamo inoltre somministrare cicorie, radicchio verde e rosso, scarola, indivia, riccia, pale di opunzia, fiori e foglie di ibisco, foglie di vite non trattata. È opportuno integrare la dieta fornendo almeno una volta al mese frutta e ortaggi vari quali: carote, zucchine, finocchi, melanzane e pomodori e ancora albicocche, pere, mele, fragole, pesche, susine e fichi d’india, il tutto ben lavato sotto acqua corrente. Sono da evitare, perché tossiche: ranuncolo, romice, robinia, vitalba, pepe d'acqua, oleandro, edera, felci e l’aucuba. Poiché l’alimentazione è formata da almeno il 70-80% di acqua, non ha molto bisogno di bere, ciò nonostante dobbiamo sempre fornire in una vaschetta o in un sottovaso dell’acqua che andrà quotidianamente sostituita. Le piccole vi faranno ricorso più spesso, usando l’acqua sia ber idratarsi che per defecare ed urinare. Un'alimentazione errata è la causa principale di innumerevoli patologie nonché di deformazioni permanenti nel carapace, come ad esempio la famosa piramidalizzazione degli scuti dovuta sia a cibi non adatti che a condizioni di allevamento pessime. Sono da evitare assolutamente alimenti di origine animale, pane, riso, pasta e farinacei di ogni genere, legumi, banane, latte, formaggi o altri prodotti derivati dal latte, cibi per cani o per gatti. Legislazione La specie è protetta sia a livello nazionale che internazionale. È compresa in Appendice II C.I.T.E.S. e in Allegato A del regolamento CE. Diverse importanti associazioni si stanno occupando della salvaguardia delle popolazioni selvatiche: SOPTOM in Francia, ANSE e COMAM in Spagna, infine, CARAPAX e WWF in Italia. A cura di: Daniele Guarnotta Link to comment Share on other sites More sharing options...
Frafri 10 Posted April 4, 2010 Share Posted April 4, 2010 Testudo hermanni boettgeri Tassonomia Regno: Animalia Phylum: Cordata Classe: Reptilia Ordine: Testudines Sottordine: Cryptodira Superfamiglia: Testudinoidea Famiglia: Testudinidae Genere: Testudo Specie: Testudo hermanni Sottospecie: Testudo hermanni boettgeri Origini ed Habitat Testudo hermanni boettgeri ha un vasto areale ed è diffusa in Dalmazia, Erzegovina, Serbia, Macedonia, Albania, Grecia centrale e meridionale, in Albania sud-occidentale, Romania, Bulgaria. Vive in ambienti aridi pietrosi, costieri e sub costieri, in pinete, in zone collinari, in campi coltivati. Caratteristiche Le dimensioni medie di Testudo hermanni boettgeri si aggirano intorno 20-30 cm. Il carapace robusto ed allungato presenta una colorazione generalmente chiara con le areole degli scuti di color scuro brunastro o nero. Il piastrone di colorazione giallo-olivastro presenta delle caratteristiche macchie longitudinali che possono aiutare a distinguere le due sottospecie. La pelle, anch’essa di colore chiaro, presenta delle robuste squame; sulla parte posteriore delle cosce non presenta tubercoli cornei. Testudo hermanni boettgeri è molto simile alla ssp. Thh ma si distingue facilmente per le maggiori dimensioni e per i colori del carapace più spenti; le macchie del piastrone sono discontinue e maggiormente sfumate mentre le suture degli scuti pettorali sono più lunghe o della stessa lunghezza di quelle femorali. Infine non presenta il tipico guanciotto giallo. Dimorfismo e riproduzione La differenza tra i sessi di questa specie è piuttosto evidente: i maschi hanno dimensioni minori, presentano un piastrone piuttosto concavo, la coda del maschio è più lunga, è larga alla base e presenta l’apertura cloacale fuori dai margini del carapace. Le femmine presentano dimensioni maggiori oltre alla maggiore bombatura del carapace, il piastrone è piatto, la coda più corta e sottile e presenta l’apertura cloacale all’interno dei margini del carapace. L’accoppiamento avviene di solito nella stagione primaverile in seguito a vari corteggiamenti piuttosto virulenti. Tra aprile e luglio le femmine scavano una piccola buca per deporre da 3 a 12 uova in 2 o 3 covate a distanza di circa tre settimane l’una dall’altra. Le uova si schiuderanno dopo circa 3 mesi o, in incubazione, dopo circa due mesi a temperature comprese tra i 30 e 32 °C. Allevamento È consigliabile allevare questa specie all’aperto tutto l’anno essendosi ben acclimatata nella macchia mediterranea ed essendo inoltre originaria di zone con clima più rigido (-5° C). L’ambiente ideale sarebbe una zona ben recintata di giardino esposta al sole, ma ricco di vegetazione, ripari, nascondigli e zone d’ombra. La recinzione deve essere ben fatta senza la minima apertura, perché se c’è una via d’uscita la tartaruga la scoprirà e la userà. Per creare la recinzione si possono utilizzare svariati materiali quali travi di legno, mattoni di tufo, reti metalliche, muro di cinta ecc. È importante ricordare che la recinzione deve essere alta più del doppio dell’animale, inoltre e consigliato utilizzare una rete metallica di almeno 20 cm sotterrata alla base della recinzione per evitare che le tartarughe si diano alla fuga scavando nel substrato. Per l’allevamento di questa specie possiamo utilizzare substrati ricchi di erbe selvatiche che permetteranno all’animale di pascolare ed alimentarsi. Il numero delle tartarughe che può ospitare uno spazio, in particolare il rapporto tra maschi e femmine, è di grandissima importanza per il loro benessere. Se nella recinzione sono presenti due o più maschi, le lotte per il territorio o eventuali femmine potrebbero causare agli animali serie ferite e uno stress continuo. Inoltre i maschi, nella stagione degli accoppiamenti e quindi nel periodo del corteggiamento, potrebbe provocare alla femmina serie lesione che nel peggiore dei casi possono portare alla morte. È per questo consigliato un rapporto maschi - femmine di 1 a 3; se non è possibile fare questo gruppo, allora è di vitale importanza separare i due sessi e introdurre il maschio solo per l’accoppiamento. Questa specie è attiva da marzo fino ai primi di novembre; gli esemplari sani tra novembre e febbraio entrano in ibernazione. Perché sopravvivano a lungo nel nostro giardino bisogna che facciano regolarmente il letargo: una tartaruga privata del suo letargo invecchia più in fretta, si indebolisce, si riducono le sue difese immunitarie ed è quindi esposta ad infezioni e ad altre patologie. Non esiste una modalità di ibernazione comune, diciamo che è un comportamento soggettivo che varia da animale ad animale e fa preferire ad alcune interrarsi ad altre rifugiarsi. Essendo una specie ben acclimatata possiamo far fare il letargo all’aperto, ma è opportuno fornire rifugi riparati dove metteremo della paglia per prevenire gelate o abbassamenti repentini di temperature. È opportuno non disturbare gli animali in ibernazione, provocheremmo un forte stress. Tuttavia è consigliato un controllo periodico, soprattutto per quelle che non si sono interrate: anche se ibernate, dovrebbero presentare una minima reazione al tatto. Al risveglio è opportuno far fare una bagno in acqua tiepida per far reidratare l’animale, per farlo defecare ed urinare. La fase del risveglio è importante per correggere eventuali errori alimentari che abbiano portato l’animale a preferire cibi meno salutari di altri. Alimentazione Specie essenzialmente vegetariana. Nell’allevamento in cattività spesso si rischia di eccedere con alimenti proteici e con la lattuga, ma una sana ed equilibrata alimentazione è indispensabile per ottenere un ottimo stato di salute per la nostra tartaruga. Il 90% dell’alimentazione deve essere formato da vegetali, il restante 10% da frutta ed ortaggi. L’alimentazione deve fornire fibre, vitamine, minerali, pochissime proteine animali e molta acqua. Una buona regola è lasciare che la tartaruga si nutra delle erbe selvatiche che nascono spontanee nella recinzione, assicurandosi che non vi siano stati utilizzati antiparassitari o pesticidi di ogni genere. Vanno preferiti vegetali che contengano molto calcio e poco fosforo, come il tarassaco, la piantaggine, la malva e le cicorie selvatiche. Possiamo inoltre somministrare cicorie, radicchio verde e rosso, scarola, indivia, riccia, pale di opunzia, fiori e foglie di ibisco, foglie di vite non trattata. È opportuno integrare la dieta fornendo almeno una volta al mese frutta e ortaggi vari quali: carote, zucchine, finocchi, melanzane e pomodori e ancora albicocche, pere, mele, fragole, pesche, susine e fichi d’india, il tutto ben lavato sotto acqua corrente. Sono da evitare, perché tossiche: ranuncolo, romice, robinia, vitalba, pepe d'acqua, oleandro, edera, felci e l’aucuba. Poiché l’alimentazione è formata da almeno il 70-80% di acqua, non ha molto bisogno di bere, ciò nonostante dobbiamo sempre fornire in una vaschetta o in un sottovaso dell’acqua che andrà quotidianamente sostituita. Le piccole vi faranno ricorso più spesso, usando l’acqua sia ber idratarsi che per defecare ed urinare. Un'alimentazione errata è la causa principale di innumerevoli patologie nonché di deformazioni permanenti nel carapace, come ad esempio la famosa piramidalizzazione degli scuti dovuta sia a cibi non adatti che a condizioni di allevamento pessime. Sono da evitare assolutamente alimenti di origine animale, pane, riso, pasta e farinacei di ogni genere, legumi, banane, latte, formaggi o altri prodotti derivati dal latte, cibi per cani o per gatti. Legislazione La specie è compresa in Appendice II C.I.T.E.S. e in Allegato A del regolamento CE. A cura di: Daniele Guarnotta Link to comment Share on other sites More sharing options...
Frafri 10 Posted April 4, 2010 Share Posted April 4, 2010 Testudo marginata Tassonomia Regno: Animalia Phylum: Chordata Classe: Reptilia Ordine: Testudines Sottordine: Cryptodira Superfamiglia: Testudinoidea Famiglia: Testudinidae Genere: Testudo Specie: Testudo marginata Questa specie non ha sottospecie Origini ed Habitat È diffusa nella Grecia centrale e meridionale, in Albania sud-occidentale e in Italia dove è stata introdotta dall’uomo in epoca storica, più precisamente in Toscana, in Emilia Romagna, in Calabria e in Sardegna. Vive in zone collinari, in campi coltivati e in zone boscose. Caratteristiche La Testudo marginata è la più grande specie del genere Testudo: può arrivare a misurare e superare i 40 cm di lunghezza. La caratteristica principale per distinguere questa specie è la forte scampanatura posteriore con lo scuto sopracaudale non è diviso. Il carapace robusto ed allungato presenta una colorazione generalmente scura brunastra o nera con le areole degli scuti di color giallo arancio. Il piastrone, di colorazione giallo-olivastro, presenta dei caratteristici triangoli scuri posizionati in ogni scuto. La pelle, anch’essa di colore scuro, presenta delle robuste squame; sulla parte posteriore delle cosce ci sono uno o due tubercoli cornei per ogni lato, invece non è presente alcun astuccio corneo nella punta della coda. Dimorfismo e riproduzione La differenza tra i sessi di questa specie è piuttosto evidente: i maschi presentano dimensioni maggiori grazie anche alla scampanatura posteriore, inoltre si nota un certo restringimento circa a metà carapace; presentano un piastrone piuttosto concavo, la coda del maschio è più lunga, è larga alla base e presenta l’apertura cloacale fuori dai margini del carapace. Le femmine hanno dimensioni minori oltre alla maggiore bombatura del carapace, il piastrone è piatto, la coda più corta e sottile e presenta l’apertura cloacale all’interno dei margini del carapace. L’accoppiamento avviene di solito nella stagione primaverile in seguito a vari corteggiamenti piuttosto virulenti. Tra aprile e luglio, le femmine scavano una piccola buca per deporre da 3 a 12 uova in 2 o 3 covate a distanza di circa un mese l’una dall’altra. Le uova si schiuderanno dopo circa 3 mesi o, in incubazione, dopo circa due mesi a temperature comprese tra i 25 e 33 °C. Allevamento È consigliabile allevare questa specie all’aperto tutto l’anno essendosi ben acclimatata nella macchia mediterranea. L’ambiente ideale sarebbe una zona ben recintata di giardino esposta al sole, ma ricco di vegetazione, ripari, nascondigli e zone d’ombra. La recinzione deve essere ben fatta senza la minima apertura, perché se c’è una via d’uscita la tartaruga la scoprirà e la userà. Per creare la recinzione si possono utilizzare svariati materiali quali travi di legno, mattoni di tufo, reti metalliche, muro di cinta ecc. È importante ricordare che la recinzione deve essere alta più del doppio dell’animale, inoltre e consigliato utilizzare una rete metallica di almeno 20 cm sotterrata alla base della recinzione per evitare che le tartarughe si diano alla fuga scavando nel substrato. Per l’allevamento di questa specie possiamo utilizzare substrati ricchi di erbe selvatiche che permetteranno all’animale di pascolare ed alimentarsi. Il numero delle tartarughe che può ospitare uno spazio, in particolare il rapporto tra maschi e femmine, è di grandissima importanza per il loro benessere. Se nella recinzione sono presenti due o più maschi, le lotte per il territorio o eventuali femmine potrebbero causare agli animali serie ferite e uno stress continuo. Inoltre i maschi, nella stagione degli accoppiamenti e quindi nel periodo del corteggiamento, potrebbe provocare alla femmina serie lesione che nel peggiore dei casi possono portare alla morte. È per questo consigliato un rapporto maschi - femmine pari a 1- 3; se non è possibile fare questo gruppo, allora è di vitale importanza separare i due sessi e introdurre il maschio solo per l’accoppiamento. Questa specie è attiva da marzo fino ai primi di novembre; gli esemplari sani tra novembre e febbraio entrano in ibernazione. Perché sopravvivano a lungo nel nostro giardino bisogna che facciano regolarmente il letargo: una tartaruga privata del suo letargo invecchia più in fretta, si indebolisce, si riducono le sue difese immunitarie ed è quindi esposta ad infezioni e ad altre patologie. Non esiste una modalità di ibernazione comune, diciamo che è un comportamento soggettivo che varia da animale ad animale e fa preferire ad alcune interrarsi ad altre rifugiarsi. Essendo una specie ben acclimatata possiamo far fare il letargo all’aperto, ma è opportuno fornire rifugi riparati dove metteremo della paglia per prevenire gelate o abbassamenti repentini di temperature. E’ opportuno non disturbare gli animali in ibernazione: provocheremmo un forte stress, ma è anche consigliato osservare ogni comportamento in modo da evitare fastidiose patologie. Al risveglio è opportuno far fare una bagno in acqua tiepida per far reidratare l’animale, per farlo defecare ed urinare. La fase del risveglio è importante per correggere eventuali errori alimentari che hanno portato l’animale a preferire cibi meno salutari di altri. Alimentazione Specie essenzialmente vegetariana. Nell’allevamento in cattività si nota una certa preferenza per alimenti proteici e lattuga, ma una sana ed equilibrata alimentazione è alla base di un ottimo stato di salute per la nostra tartaruga. Il 90% dell’alimentazione deve essere formata da vegetali, il restante 10% da frutta ed ortaggi. Da ciò possiamo dire che l’alimentazione deve essere formata da fibre, vitamine, minerali, pochissime proteine animali e molta acqua. Una buona regola è lasciare che la tartaruga si nutra pascolando le erbe selvatiche che nascono spontanee nella recinzione, assicurandosi che non vi siano stati utilizzati antiparassitari o pesticidi di ogni genere. Possiamo inoltre somministrare: cicorie, radicchio, scarola, indivia, riccia, pale di opunzia. È opportuno integrare la dieta fornendo almeno una volta al mese frutta e ortaggi vari quali: carote, zucchine, finocchi, melanzane e pomodori o ancora albicocche, pere, mele, fragole, pesche, susine e fichi d’india, il tutto ben lavato sotto acqua corrente. Sono da evitare, perché tossiche: ranuncolo, romice, robinia, vitalba, pepe d'acqua, oleandro, edera, felci e l’aucuba. Poiché l’alimentazione è formata da almeno 70-80% di acqua, non ha molte esigenze di bere, ciò nonostante dobbiamo sempre fornire in una vaschetta o in un sottovaso dell’acqua che andrà quotidianamente sostituita. Un'alimentazione errata è la causa principale di innumerevoli patologie nonché deformazioni permanenti nel carapace, come ad esempio la famosa piramidalizzazione degli scuti dovuta ad una alimentazione sbagliata ed a condizioni di allevamento pessime. Sono da evitare assolutamente alimenti di origine animale, pane, riso, pasta e farinacei di ogni genere, legumi, banane e agrumi, latte, formaggi o altri prodotti derivati dal latte, cibi per cani o gatti. Legislazione L’eleganza e la rarità portano questa specie ad essere soggetto di commercio illegale, per non parlare del decesso di molti esemplari coinvolti in incedi dolosi estivi. Per questo motivo la specie è protetta in Appendice II CITES allegato A del Regolamento CE 2724/2000. A cura di: Daniele Guarnotta Foto: Ivana Link to comment Share on other sites More sharing options...
clipper 10 Posted April 5, 2010 Author Share Posted April 5, 2010 Oh raga grazie della rapuida risposta e delle info...noi attendiamo fiduciosi semmai ciao a tutti e buona pasquetta G & A Link to comment Share on other sites More sharing options...
Castiglio 26 Posted April 5, 2010 Share Posted April 5, 2010 Frafri, anche se c'è l'autore io metterei comunque il link del sito da cui provengono queste schede. Link to comment Share on other sites More sharing options...
Frafri 10 Posted April 5, 2010 Share Posted April 5, 2010 ok tartarughe: allevamento terrario alimentazione Link to comment Share on other sites More sharing options...
zippo90 45 Posted April 5, 2010 Share Posted April 5, 2010 e la graeca ibera , anche lei è autoctona diciamo, più o meno quanto lo è la marginata............. Link to comment Share on other sites More sharing options...
Frafri 10 Posted April 5, 2010 Share Posted April 5, 2010 e la graeca ibera , anche lei è autoctona diciamo, più o meno quanto lo è la marginata............. mmm... giusto! Link to comment Share on other sites More sharing options...
clipper 10 Posted April 21, 2010 Author Share Posted April 21, 2010 da moby dick vendevano, non so se ancora credo testudo hermanni a 80 neuri...che dite è un prezzo accettabile? comunque ottime le info, saluti G A Link to comment Share on other sites More sharing options...
zippo90 45 Posted April 21, 2010 Share Posted April 21, 2010 quale moby dick :question., se intendi quello a Roma non credo siano Thh, hanno solo horsf, kinixis, sulcata, carbonaria e pardalis......... Link to comment Share on other sites More sharing options...
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