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In Calabria tornano le tartarughe Palustre Europea e di Hermann!


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In Calabria tornano le tartarughe Palustre Europea e di Hermann

 

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Cosenza - (Adnkronos) - Un progetto realizzato dall'associazione Amici della Terra in collaborazione con l'Università della Calabria, la Regione Calabria e il ministero dell'Ambiente consentirà la reintroduzione di questo tipo di rettile.

 

 

Cosenza, 15 mar. - (Adnkronos) - Torneranno presto in Calabria la Tartaruga Palustre Europea e la Tartaruga di Hermann, specie minacciate dall'estinzione. Un progetto realizzato dall'associazione Amici della Terra in collaborazione con l'Universita' della Calabria, la Regione Calabria e il ministero dell'Ambiente consentira' la reintroduzione di questo tipo di rettile, che e' stato scoperto essere autoctono dell'area, nelle Riserve Lago di Tarsia e Foce del Crati, nel cosentino.

Le tartarughe saranno monitorate con il radiotrekkig, un sistema che consentira' di seguirle negli spostamenti. Lago di Tarsia e Foce del Crati sono le uniche riserve naturali riconosciute da una legge regionale in Calabria. ''Si tratta di uno dei primi progetti pilota che viene applicato sulla tartaruga'' spiega il direttore Agostino Brusco. Grazie al progetto, realizzato dall'ente gestore in collaborazione con si preservera' questa specie che si e' rivelata essere autoctona nella riserva naturale.

Sono stati effettuati anche esami del Dna per difendere la specie. Le Riserve hanno la loro particolarita' nell'umidita' della zona (altra area con caratteristiche simili in Calabria e' l'Angitola in provincia di Vibo Valentia) e ''sono di interesse naturalistico perche' ospitano una grande varieta' di fauna migratoria, localizzate lungo il lago e la foce del fiume Crati che e' il corso d'acqua piu' importante della regione'' spiega Brusco. Da pochi anni ha iniziato a nidificare nella riserva la cicogna bianca, aggiungendosi alla cicogna bruna e all'airone rosso, che passano su Tarsia nel periodo migratorio. Da allora e' diventata una presenza costante nella riserva, al punto da diventare il simbolo della riserva.

Oltre alla fauna, nelle Riserve Lago di Tarsia e Foce del Crati e' di grande interesse la presenza della flora. Tra le tante specie presenti e conosciute da tempo, se ne sono aggiunte cinque di assoluta novita' per la Calabria. Sono il Romice marittimo (Rumex maritimus L.), rara specie a livello nazionale e segnalata finora in poche stazioni della Sardegna e del litorale veneto-friuliano; la Coda di topo (Myosurus minimus L.) che, seppure cosmopolita, e' annotata come specie rarissima da Pignatti (1982) ed e' una specie nuova per la Calabria.

Nuove risultano essere anche il Panico capillare (Panicum capillare L.), la Vedovina siriana (Cephalaria syriaca) e Cuscuta a fiore bianco (Cuscuta planiflora). Infine, e' presente un Taxon critico (Gnaphalium uliginosum L. var. prostratum Huet) che e' oggetto di studio. Per quanto riguarda l'aspetto botanico, le riserve sono un territorio ''ricco e variegato''.

''Vi si trova -spiega il direttore Agostino Brusco- il 36% della flora censita in Calabria, cioe' 947 specie nella riserva rispetto alle 2.629 in totale censite sul territorio regionale. Nel complesso nelle riserve sono presenti il 12,41% delle entita' nazionali che ammontano a 7.634. ''Una straordinaria ed eccezionale biodiversita' vegetale -dice ancora Brusco- se si considera l'esigua estensione delle due riserve, pari a circa 578 ettari''.

Nelle Riserve Lago di Tarsia e Foce del Crati sono in corso diversi progetti scientifici e di ricerca. Ad esempio come il progetto di conservazione e tutela con il dipartimento di ecologia dell'Universita' della Calabria che a breve, nell'ambito del Psr Calabria, consentira' di effettuare un campo pilota per quanto riguarda la flora all'interno della riserva per lo studio della macchia mediterranea ai fini di un protocollo sperimentale sulla lotta alla desertificazione.

Entro l'anno inoltre saranno resi noti i dettagli del progetto ''Monitoraggio e valutazione dello stato di qualita' delle acque e dell'ecosistema fluviale del Fiume Crati, attraverso l'applicazione della metodologia Ibe e la determinazione dell'Iff'', che identifica l'indice biotico esteso e l'indice di funzionalita' fluviale.

''Rappresenta lo stato di salute del fiume Crati nel suo complesso. Segue il fiume dalla sorgente, che si trova a 1.700 metri in Sila, fino alla sua foce. Per la lunghezza e complessita' dello studio e' il primo del genere che viene svolto in Calabria di questo tipo'' spiega il direttore delle Riserve, Agostino Brusco.

Poli didattici e museali, con centri visitatori e museo di storia naturale della Calabria. Sono i servizi che l'associazione Amici della Terra, ente gestore, cura nelle Riserve Lago di Tarsia e Foce del Crati. Agli studenti che fanno visita alle strutture vengono proposti attivita' di avvistamento, bird watching, di campo.

La Riserva ha un museo di storia naturale della Calabria con tre sezioni: una nel palazzo Rossi di Tarsia dove sono riprodotti in scala i Parchi naturali della Calabria (Pollino, Sila, Aspromonte) e le riserve protette; l'altra a Santa Sofia d'Epiro dove c'e' l'erbario del Crati con una collezione scientifica e il laboratorio di botanica; infine a Corigliano Calabro gli acquari del Mediterraneo.

Accanto al museo ci sono i percorsi didattici. E' stata pubblicata anche una guida di educazione ambientale, dove sono descritti i percorsi attivati e le proposte per le scuole. Negli ultimi sette anni sono stato accolti e veicolato nelle due riserve circa 50mila studenti.

''C'e' una compromissione ecologica per la forte antropizzazione lungo il tratto finale e a meta' del percorso del fiume. Le riserve la subiscono passivamente''. Cosi' il direttore della Riserva naturale di Tarsia, Agostino Brusco, parla della presenza dell'uomo nelle aree naturali.

'' Lungo il fiume -spiega il direttore dell'ente gestore- sorgono alcune grandi aree industriali, come quelle di Rende, Montalto e Torano Castello. Ma nonostante questo il Crati ha una grande capacita' di autodepurarsi''. Secondo Brusco bisogna mettere in campo ''azioni volte a tutelare il patrimonio naturalistico perche' gli ecosistemi fluviali sono i piu' fragili e hanno bisogno di azioni di tutela maggiore''.

La presenza dell'uomo, continua il direttore delle Riserve, fa pressione in due modi: la presenza delle aree industriali e i terreni che ospitano coltivazioni intensive. ''A Terranova e nella Piana di Sibari ad esempio -dice- viene esercitata un'azione agricola intensiva vicino il fiume che puo' pregiudicare l'ecosistema. L'uso del territorio e' stato praticato senza sostenibilita', tanto che adesso comincia a essere insostenibile. Bisogna trovare una convivenza pacifica''.

 

(Fonte: In Calabria tornano le tartarughe Palustre Europea e di Hermann)

 

 

Che bella notizia...soprattutto per i calabresi! ^^

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  • 5 months later...

Toh, non sapevo di questa notizia. Sono stato a Sibari questa estate, proprio vicino alla foce del Crati.

Proprio qualche giorno dopo la mia partenza, i miei genitori hanno visto una grossa tartaruga completamente schiacciata da un auto nelle immediate vicinanze della foce :ohwell:

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