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lo so ma sono poche le baby tartarughe che riescono a sopravvivere in natura ... ci sono troppi pericoli x degli esserini cosi piccoli...
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Ho un grande ammirazione per Anna emme , appunto per questo mi devi spiegare quello che scrivi e sostieni ... ( non leggi i mP ? )
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Ho un grande ammirazione per Anna emme , appunto per questo mi devi spiegare quello che scrivi e sostieni ... ( non leggi i mP ? )

 

l'introduzione di tartarughe in natura e' gia' stato ampiamente sperimentato e ha comportato danni gravissimi alle popolazioni selvatiche delle tartarughe. Negli Usa ci sono comunita' di selvatiche che sono ammalate per il 75-90% degli esemplari (dati diversi a seconda degli studi) a causa delle malattie portate dalle tartarughe introdotte.

 

Il motivo e' molto semplice: le tartarughe in cattivita' sviluppano ceppi di virus che sono sconosciuti alle tartarughe selvatiche. E l'attuale conoscenza medica non e' in grado di identificare preventivamente i possibili agenti patogeni ostili.

 

(Tralasciando poi l'inquinamento delle biodiversita', e tutta una serie di problemi assortiti)

 

La salvaguardia delle tartarughe puo' passare attraverso la salvaguardia delle covate delle selvatiche e con la protezione delle neonate. Che si puo' effettuare facilmente se solo si volesse farlo. E senza neanche tanta spesa. Bisogna solo volerlo.

**

La pratica della reintroduzione, parlando in generale, richiede la rigida osservanza di un protocollo. Del quale fa parte integrante e indispensabile una seria verifica per decenni delle ripercussioni causate dalla reintroduzione stessa.

Cose alla carlona come fa qualche *illustre studioso* per incassare quattrini sono deliquenziali.

 

***

parentesi... la pratica di abbandonare le baby in natura (la mortalita' viene indicata fra il 90-99%) ha nessun senso ai fini della conservazione della specie. Il danno lo puo' ugualmente arrecare.

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Sicuramente per le terrestri ha poco senso.

 

Con le acquatiche magari ne avrebbe di più, liberando esemplari adulti, perchè a quel punto non hanno più nemici naturali.

 

Il guaio è che al massimo popoliamo il laghetto del parco.

 

In campagna le canalizzazioni, la cementificazione delle sponde, lo sfalcio delle piante, i diserbanti e gli anticrittogamici usati in agricoltura hanno ormai distrutto l'ecosistema delle nostre tartarughe.

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Una volta mi informai e ci sono precisi protocolli da rispettare per il rilascio delle specie autoctone.

Tra le varie cose un grosso problema sono i cinghiali ungheresi introdotti negli anni '80 per il diletto dei cacciatori, si sono moltiplicati e sono una minaccia in più per le tartarughe, hanno un olfatto ben sviluppato ma sopratutto riescono ad aprire il carapace delle tartarughe.

Pare che gli esemplari di oltre i 7 anni di vita siano più protetti dalle dimensioni del loro guscio.

Quindi comunque nessun rilascio prima dei 7 anni di età.

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io sarei d'accordissima ad un rilascio graduale...lungo da spiegare.

però a sentire molti di voi sembra che le tartre al giorno d'oggi siano lobotomizzate e che non siano capaci di cavarsela da sole...

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ora ho letto tanche quello che ha scritto Anna. e sapete che vi dico? quando tra "millemila anni" mi moriranno le mie comprerò solo dei peluches di tartaruga...perchèp a sto punto allevarle mi fa complice di un gran bel danno ambientale!
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