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Reintroduzione Emys Orbicularis


pminotti

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Cosa ne direste di incominciare ad allevare Emys orbicularis da reimmettere nell'ambiente e raccogliere le Trachemys. Per assurdo potremmo anche rispedirle a casa contattando qualche associazione americana.

 

Probabilmente se andiamo da soli alla Forestale ci ridono in faccia, ma se siamo 200 o 300 forse riusciamo a inventarci un piano di reintroduzione.

 

Tra l'altro ho appena parlato con un funzionario dell'ufficio CITES di Milano che mi ha confermato che per loro si potrebbe fare.

 

Qui siamo quasi 600 ! E se si riesce a far diventare la Emys una moda il gioco è fatto.

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Bravo... il problema è che le caratteristiche delle Emys una moda non ci diventerà mail! :(

 

Per quanto riguarda rispedire le Trachemys in USA credo non le accetteranno mai visto che ne sono pieni anche loro!

 

Una soluzione mi sa che non esiste e se non sbaglio la legge vieta (ai privati) di riintrodurre esemplari di animali in appendice cites in natura.

 

Però come idea non è male! :)

 

Ciao ciao

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Eccole

 

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http://web.tiscali.it/emys1/emysorbicularis-Testa.gif' border='0' alt='Immagine non Disponibile' title='*' />

 

http://www.serpenti.it/rettiliita/emysorbicularis.jpg' border='0' alt='Immagine non Disponibile' title='*' />

 

Da http://www.empireofturtle.com; Tiscali e Serpenti.it

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Si. E sono le uniche acquatiche che dovresti trovare in giro in Europa fino in Russia.

 

 

Quelle sopra sono delle Galloitalica.

 

 

Il problema è che con le bonifiche delle paludi non hanno più gli habitat precedenti.

 

Dopo vedo di essere un po' più preciso.

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STATUS GIURIDICO

 

E' compresa nella Convenzione di Berna, che ne vieta la detenzione e la vendita.

 

DISTRIBUZIONE

 

E' presente in tutta l'Europa continentale esclusi i paesi scandinavi, nella ex Unione sovietica, nei paesi costieri del nord ovest dell'Africa, nella penisola turca e nei paesi asiatici che costeggiano il mar Caspio.

 

Nelle penisola iberica ed in quella balcanica convive con Mauremys caspica, l'unica altra testuggine acquatica presente in Europa.

 

E' l'unica specie di testuggine acquatica presente naturalmente nelle acque italiane, è presente in tutte le regioni continentali (ad esclusione della Valle d'Asta e delle altre zone montagnose alpine ed appenniniche) e nelle isole maggiori .

 

La distribuzione è comunque sporadica e frammentata, è più abbondante nella pianura padana e nelle zone paludose della maremma toscana, nel Lazio e nella Campania, è quasi estinta in Liguria, Piemonte e Friuli Venezia Giulia.

 

Nei secoli scorsi è stata cacciata dall'uomo per scopi alimentari, oggi la minaccia principale è legata alla progressiva scomparsa del habitat naturale per cause quali il prosciugamento delle zone umide e la regimazione dei corsi d'acqua.

 

Risentono inoltre, come del resto tutto l'ecosistema acquatico, del progressivo inquinamento delle acque, in particolare della immissione negli ambienti acquatici di sostanze tossiche quali i pesticidi ed i diserbanti.

 

Sono anche danneggiate da pratiche agricole quali lo sfalcio meccanico della vegetazione riparia; in questo modo possono essere distrutti i nidi e feriti gli adulti.

 

Infine anche la pesca può causare dei danni alle testuggini: le Emys possono ingerire gli ami da pesca o restare intrappolate nelle reti, rischiando di morire affogate.

 

HABITAT

 

Si trova in stagni, paludi, fiumi e canali con vegetazione acquatica abbondante; si può trovare anche nei torrenti ma preferisce generalmente le zone dove la corrente è più lenta.

 

Vive anche nelle acque salmastre quali le foci dei fiumi e le lagune costiere.

 

La si trova anche in ambienti artificiali quali invasi per irrigazione ed i laghetti all'interno dei parchi cittadini.

 

CARATTERISTICHE COMPORTAMENTALI

 

A seconda delle regioni e dell'andamento climatico, sono attive da Febbraio/Marzo ad Ottobre/Novembre; trascorrono il rimanente periodo invernale in uno stato di ibernazione quasi totale.

 

Durante questo periodo le testuggini si rifugiano in una tana costituita da un anfratto tra la vegetazione acquatica o tra le rocce o il fango del fondo senza muoversi se non per portarsi alla superficie per respirare ogni 4 -5 ore circa.

 

In alcuni casi la tana per l'inverno non è sommersa ma scavata nel terreno o tra le radici della vegetazione, comunque sempre a poca distanza dall'acqua.

 

La fine del periodo di ibernazione avviene quando la temperatura dell'acqua raggiunge almeno i 10°C.

 

Nei paesi africani le Emys sono attive tutto l'anno, eventualmente se il caldo estremo dell'estate prosciuga il corso d'acqua in cui vivono, sospendono la loro attività e cercando riparo nelle tane in attesa della pioggia.

 

Le Emys sono una specie palustre e non sono ottime nuotatrici se paragonate ad altre specie di testuggini acquatiche.

 

Sono comunque fortemente legate all'ambiente acquatico e impiegano il loro tempo in parte cercando il cibo nelle zone di acqua bassa ricche di vegetazione vicino alle sponde ed in parte riscaldandosi al sole sulle rive o su radici o tronchi galleggianti.

 

Sono animali piuttosto timidi ed al primo segnale di disturbo si rifugiano in acqua.

 

Sono animali abbastanza abitudinari sia per quello che riguarda le zone di ricerca del cibo che per le zone in cui si riscaldano al sole; quando scelgono il rifugio da utilizzare come tana notturna o per trascorrere l'inverno, poi continuano ad utilizzarlo negli anni successivi fino a quando questo è disponibile.

 

A volte è possibile incontrare esemplari di Emys orbicularis lontano dall'acqua fino a qualche chilometro; questi spostamenti sono generalmente legati al periodo riproduttivo, quando i maschi vanno alla ricerca delle femmine o le femmine vanno in cerca di un luogo ideale dove deporre le uova.

 

In altri casi questi spostamenti sono causati dal prosciugamento del corso d'acqua in cui gli esemplari vivono.

 

Gli esemplari adulti di Emys orbicularis non hanno predatori in natura, i piccoli fino ad un paio di anni di età possono invece essere prede sia degli uccelli acquatici che di pesci predatori.

 

Di regola le Emys vivono in colonie e la convivenza è pacifica; durante il periodo riproduttivo si possono avere degli scontri, comunque incruenti, tra i maschi.

 

CARATTERISTICHE FISICHE

 

I maschi raggiungono mediamente una lunghezza di 15/18 cm, le femmine 20/22 cm; alcuni esemplari nord-africani possono raggiungere una taglia massima di 35 cm; anche le popolazioni nordiche (Germania, Danimarca, Polonia) raggiungono dimensioni notevoli (dai 20 fino a 30 cm di lunghezza del carapace) ed il loro colore è particolarmente scuro, quasi nero.

 

Il carapace è appiattito e ovale, il colore di fondo è molto variabile, va dal giallo sabbia, al verde più o meno scuro, al grigio scuro fino al nero.

 

Sono presenti numerose punteggiature o striature gialle.

 

Il colore della pelle della testa e degli arti è anch'esso variabile dal giallo al verde più o meno scuro, al grigio, anche sulla pelle sono presenti punteggiature gialle.

 

Il piastrone è giallo sabbia uniforme con scarse venature più scure.

 

Il piastrone è leggermente mobile sia nella parte superiore che in quella inferiore.

 

Le differenze maggiori tra le varie sottospecie geografiche di Emys orbicularis riguardano le dimensioni, la forma e la colorazione del carapace.

 

Le Emys italiane di dimensioni maggiori sono quelle provenienti dalla pianura padana (di colore verde scuro e carapace bombato) e quelle provenienti dalla Sicilia (di colore chiaro, a volte di un giallo sabbia omogeneo), le popolazioni meridionali hanno generalmente dimensioni minori, colore più chiaro e carapace più appiattito.

 

DIMORFISMO SESSUALE

 

I maschi hanno dimensioni minori delle femmine e la loro coda è leggermente più lunga di quella delle femmine.

 

E' comunque una specie caratterizzata dalla presenza di una coda piuttosto lunga sia nei maschi che nelle femmine; la coda misura infatti circa la metà della lunghezza complessiva dell'animale negli esemplari adulti.

 

In particolare la coda dei maschi è più grossa di quella delle femmine nella parte iniziale (tra l'attaccatura al corpo e l'apertura della cloaca).

 

Il piastrone è piatto nelle femmine e concavo nei maschi, per facilitare l'accoppiamento.

 

Il guscio nelle femmine è generalmente più alto di quello dei maschi e di forma rotondeggiante, mentre nei maschi è più stretto anteriormente e slargato posteriormente.

 

La pelle nelle femmine è più colorata rispetto ai maschi; la testa, in particolare, è più picchiettata in giallo e la mascella è spesso completamente gialla mentre nei maschi la mascella è nera e la testa spesso priva di punteggiature gialle.

 

Mentre in alcune specie acquatiche (ad esempio Trachemys scripta elegans) le unghie delle zampe anteriori dei maschi sono notevolmente più lunghe di quelle delle femmine, nelle Emys orbicularis questa differenza non è presente.

 

I sessi sono comunque distinguibili abbastanza tardi, ad almeno 5 anni di età.

 

MANTENIMENTO IN CATTIVITA'

 

Non è consentito essendo una specie protetta; gli eventuali esemplari che possono trovarsi in commercio devono essere muniti di certificato CITES che attesti la regolare importazione.

 

ALIMENTAZIONE

 

Principalmente carnivore, si cibano praticamente di tutto quello che riescono a cacciare o a raccogliere (girini, insetti acquatici, molluschi, crostacei, invertebrati acquatici, pesci od altri organismi morti, etc), si cibano comunque anche di vegetazione acquatica.

 

Nonostante abbiano fama di essere predatrici di pesci, e di conseguenza vengano a volte ritenute nocive per la fauna ittica, in realtà le Emys non sono sufficientemente abili nel nuoto da riuscire a catturare pesci vivi e si cibano quindi solo di pesci morti o comunque già ammalati o feriti.

 

Le Emys si alimentano esclusivamente in acqua.

 

RIPRODUZIONE

 

L'uscita dalla ibernazione invernale coincide con l'inizio della attività riproduttiva anche se il maggior numero di accoppiamenti avviene nei mesi primaverili.

 

L'accoppiamento avviene completamente in acqua: il maschio si aggrappa alla femmina facendo presa con le unghie dei quattro arti ai bordi del carapace della femmina.

 

Poi inizia un corteggiamento fatto di leggeri morsi e colpetti del muso sul collo e sulla testa della femmina mentre con la coda "blocca" la coda della femmina per facilitare l'accoppiamento.

 

Durante questa attività, che può durare qualche ora, il maschio è completamente "passeggero" della femmina e si lascia trasportare da questa.

 

L'accoppiamento è generalmente incruento.

 

Dopo circa un mese e mezzo dall'accoppiamento, la femmina sceglie un luogo, sempre in prossimità delle rive, per la deposizione delle uova: con le zampe posteriori scava una buca profonda dai 5 ai 15 cm e durante lo scavo ammorbidisce il terreno bagnandolo con l'urina.

 

Non sempre il primo scavo è quello in cui avviene la deposizione, a volte le femmine compiono vari tentativi prima di localizzare il punto giusto.

 

Di solito le uova vengono deposte tra le radici della vegetazione (dove la terra è più morbida) ma sempre in posizione tale da garantire una buona esposizione ai raggi solari.

 

Generalmente lo scavo del nido e la deposizione delle uova vengono effettuati durante la notte (e questa è l'unica attività notturna di una specie completamente diurna) o nelle prime ore del mattino.

 

Nelle regioni a clima caldo le femmine possono compiere fino a 3 deposizioni nel periodo da maggio a luglio.

 

Per ogni deposizione vengono deposte da 5 a 10 uova a seconda della taglia della femmina; le uova hanno forma ellittica e guscio rigido.

 

Dopo circa 80-90 giorni nascono i piccoli, essi sono dotati di un "dente dell'uovo" che poi scomparirà, che serve loro per rompere il guscio.

 

Se la deposizione delle uova è stata tardiva o il clima non sufficientemente caldo, i piccoli possono uscire dall'uovo la primavera successiva alla deposizione.

 

I neonati sono di dimensioni ridotte (2 cm circa), hanno il carapace rotondeggiante e la coda molto lunga rispetto alle dimensioni del corpo.

 

L'accrescimento di questa specie è piuttosto lento, soprattutto nelle zone più a nord della sua area di distribuzione; la maturità sessuale viene raggiunta a 6-8 anni per i maschi (ad una taglia 8-10 cm) e qualche anno dopo per le femmine (oltre i 10 cm); è comunque una specie particolarmente longeva, in natura vive tranquillamente oltre i 30 anni, in cattività oltre i 60-70 anni (sono segnalati anche casi di esemplari che superano il secolo di età).

 

Le femmine sono in grado di deporre uova fertili anche ad un paio di anni di distanza dall'accoppiamento.

 

Come in molte specie di rettili, il sesso dei neonati dipende dalla temperatura di incubazione: con temperature costanti tra i 23 e i 27°c nascono esclusivamente maschi, con temperature tra 30°-33°C nascono esclusivamente femmine, a temperature comprese tra questi due intervalli di temperatura nascono individui di entrambi i sessi.

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In quasi tutte le regioni d'Italia ne è proibita la detenzione e la cessione.

Anche se si detenevano prima della sanatoria.

Qui nel Lazio sono tabù, io le ho avute dalla Toscana con regolare cessione perchè li non sono state inserite nella lista nera.........

Per reintrodurre specie selvatiche bisogna sottostare a precisi protocolli gestiti da un ente di cui non ricordo il nome, l'idea è ottima e facilmente realizzabile ma le burocrazie sia politiche che scientifiche sono gelose dei loro privilegi.

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Grazie.

Però, come dicevo prima, ho appena parlato con un funzionario dell'ufficio Cites, che vedrò nei prossimi giorni, che mi ha confermato che in questo momento al Cites non interessano. Sono solo nel trattato di Berna. Alcune Regioni italiane hanno promulgato leggi sulla protezione.

 

L'idea è comunque di fare la cosa in stretto contatto con la Forestale e la Regione Lombardia.

Anche perchè non è che si possono prendere le prime tartarughe che capitano. Bisognerebbe cercare dei riproduttori selezionati e favorire lo sviluppo delle tartarughine fino a circa 2 anni, per poi reimmetterle gradualmente in natura.

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  • Administrators

Quello che io non capisco... è che se in aclune regioni ne è vietata la detenzione e la cessione, come è possibile poter detenere quelle non italiane oppure delle regioni che non hanno sottoscritto Berna!

 

Boh!

 

Mistero! :)

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Infatti ne parlai con uno del Cites e mi disse che loro non se ne occupano, riguarda i corpi regionali di vigilanza ed è affrontabile eventualmente come progetto solo a livello regionale.
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Originally posted by Riccardo@02 marzo 2006, 22:16

Quello che io non capisco... è che se in aclune regioni ne è vietata la detenzione e la cessione, come è possibile poter detenere quelle non italiane oppure delle regioni che non hanno sottoscritto Berna!

 

Boh!

 

Mistero! :)

Quelle straniere vengono dall'est in genere ed hanno il cites giallo.

Tra pochi anni costerà più la trafila burocratica (CITES) che l'animale.

Andrà a finire che avremo laghetti pieni di sottospecie alloctone con contaminazione della purezza delle due sottospecie italiane.

C'è da sperare che chi le alleva in Italia si decida ad affrontare un po' di burocrazia e venderle con il CITES.

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Originally posted by Riccardo@02 marzo 2006, 22:16

Quello che io non capisco... è che se in aclune regioni ne è vietata la detenzione e la cessione, come è possibile poter detenere quelle non italiane oppure delle regioni che non hanno sottoscritto Berna!

 

Boh!

 

Mistero! :)

NOn che le regioni abbiano sottoscritto Berna e il suo Trattato: hanno maldestramente preso in prestito la parte sull'erpetofauna e amen!

In un altro post ne abbiamo già parlato.

Quanto dice Paolo è già esistente proprio in Lombardia e in Liguria, la Calabria si sta attrezzando. Il collegamento con il Corpo Forestale dello Stato è necessario, ma gli accordi non possono essere che regionali (con l'esclusione di quelle regioni in cui la sola detenzione dell'animale è penalmente punita!), almeno per il momento: la riforma della Costituziopne che probabilmente sarà sottoposta a referendum ripristina tra le competenze dello Stato proprio quella in materia di politiche di protezione e salvaguardia, mettendo fine a questo scempio!

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Andrò al Cites settimana prossima. Probabilmente mi vogliono proporre di aderire a uno dei programmi esistenti.

 

Poi vi racconto.

 

E venne deportato in Guiana! :(

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ciao scusatemi ma io sono nuovo di questo sito e nuovo anche nell'allevare tartarughe

ma se c'è da dare una mano sono disposto a darla

mi piace questa specie e visto che è una specie italiana voglio aiutare anche io

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Addirittura nal Lazio, a leggere bene la legge, sarebbe proibito detenere pure le Hermanni ma per fortuna le hanno indicate con un nome scientifico della sottospecie superato dalle attuali classificazioni, qundi sul foglio se appare Hermanni hermanni o boettgeri è tutto ok ma se scrivi quell'altro nome che neanche ricordo in teoria è out!!
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Possiamo sempre raccontare che sono delle Ocadie. Non so in quanti si accorgerebbero della differenza.

 

A ben vedere però assomigliano di più alle Terrapene Carolina. Pois inclusi

 

Oddio, che l'abbiano fatta tutta a nuoto!

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Originally posted by Riccardo@02 marzo 2006, 22:16

Quello che io non capisco... è che se in aclune regioni ne è vietata la detenzione e la cessione, come è possibile poter detenere quelle non italiane oppure delle regioni che non hanno sottoscritto Berna!

 

Boh!

 

Mistero! :)

In origine ho scritto una lettera al cites di Milano perchè volevo una risposta formale proprio sulla possibilità di acquisto.

 

E' vietato il prelievo in natura, ma è legittima sia la detenzione sia la rivendita di esemplari di origine determinata, quindi qualsiasi animale con una fattura o una bolla doganale per l'importazione. In effetti mi ha anche consigliato di coordinare con loro l'eventuale spedizione per fissare la data e farle arrivare in una dogana prestabilita per evitare problemi.

 

Poi, fatte quattro chiacchere al telefono e fissato un incontro mi è venuta in mente questa strana cosa.

 

A parte il fatto che non ha molto senso fare arrivare le tarte in volo dall'america, visto che sono russe o polacche.

 

Ho sguinzagliato un amica russa su internet per vedere se si trova qualche cosa più vicino.

 

Chiramente la cosa migliore sarebbe partecipare ad un programma nazionale, anche per non mischiare le specie, che non sono poche.

 

 

capolongoi

galloitalica

lanzai

hellenica

iberica

persica

colchica

eiselti

orbicularis

fritzjuergenobsti

hispanica

occidentalis

luteofusca

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dalle mie parti dove il lago e i fiumiciattoli nei dintorni erano zeppi di emys orbycularis

ora si trovano trachemys

lo sbaglio è stato prima di tutto della gente che le ha abbandonate e secondo dei comuni dei parchi e del wwf, pechè quando hanno messo in atto la legge che proibisce la vendita delle trachemys,non hanno specificato ai possessori che le potevano tranquillamente tenere.

la gente per non avere sansioni le ha abbandonate gettate nei rifiuti e le più intelligenti le ha portate allo stagnetto in pineta dove però possono scappare e andare nei fossi per poi risalire ai canali ed in fine al lago.

io e la mia ragazza siamo in lotta col comune per far recintare guesto stagnetto in modo che la gente non possa prelevarle e ferirle.con il responsabile veterinario ASL siamo ok ma il comune non stanzia i soldi

il centrocarapax non può far niente mi hanno detto che hanno le mani legate, ed il wwf non le può accogliere

come si farà???????

spariranno dalla macchia mediterranea le emys sopravviveranno le trachemys e tutti se ne sbattono i cogl......

e chi possedeva le emys le ha riportate in libertà per causa della legge sulla detenzione.

beh si andranno a vedere al centro carapax

 

ciao

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  • Administrators
Originally posted by alessandro@02 marzo 2006, 22:03

ciao scusatemi ma io sono nuovo di questo sito e nuovo anche nell'allevare tartarughe

ma se c'è da dare una mano sono disposto a darla

mi piace questa specie e visto che è una specie italiana voglio aiutare anche io

Stiamo solo facendo delle supposizion! :)

 

Ben arrivato comunque

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A ben vedere qui nel Lazio non potremmo detenere neppure le Hermanni che ai tempi della legge furono classificate come Testudo hermanni robertmertensi, ora la tassonomia ne ha cambiato il nome della sottospecie in Hermanni hermanni e ciò ci salva.

 

 

 

L.R. 5 Aprile 1988, n. 18

Tutela di alcune specie della fauna minore (1)

Art. 3

Per le specie elencate nel presente articolo e' vietato:

a) qualsiasi forma di cattura, di detenzione e di uccisione;

b ) il deterioramento o la distruzione dei siti di riproduzione e di riposo;

c) il molestare la fauna selvatica minore, specie nel periodo della riproduzione, dell' allevamento e dell'ibernazione, nella misura in cui tali molestie siano significative in relazione al raggiungimento delle finalita'di cui al precedente articolo 1;

d) la distruzione o la raccolta di uova dell' ambiente naturale o la loro detenzione quand' anche vuote;

e) la detenzione, il trasporto ed il commercio di tali animali, vivi o morti, come pure imbalsamati, nonche' di parti o prodotti facilmente identificabili ottenuti dall' animale, nella misura in cui cio' contribuisce a dare efficacia alle disposizioni del presente articolo.

 

Le specie di anfibi e rettili protette sono le seguenti:

 

Tartaruga marina comune (Caretta caretta caretta);

Tartaruga franca (Chelonia mydas mydas);

Tartaruga liuto (Dermochelys coriacea);

Testuggine comune (Testudo hermanni robertmertensi);

Testuggine d' acqua (Emys orbicularis);

Le disposizioni del presente articolo non si applicano nei confronti degli appartenenti alle universita', agli enti ed istituti di ricerca pubblici o privati, autorizzati con decreto del Presidente della Giunta regionale.

Art. 5

 

Gli anfibi, i rettili, i molluschi ed i crostacei vivi, confiscati a norma della presente legge, sono restituiti al loro ambiente naturale, purche' appartenenti alla fauna autoctona.

Art. 6

Chiunque violi le disposizioni di cui alla presente legge e' soggetto alla sanzione amministrativa minima di L. 70.000 e massima di L. 170.000 ed alla confisca degli animali.

Art. 7

Sono incaricati dell' osservanza della presente legge, gli organi di polizia forestale, di vigilanza sulla caccia e la pesca, di polizia locale ed i custodi forestali dei comuni e dei loro consorzi.

 

Note :

 

(1) Pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Lazio 20 aprile 1988, n.11

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qui a Bologna ho chiesto, loro mi hanno risposto che se sono nate in cattività e con il relativo documento di cessione io le posso tenere nel mio laghetto.

E a un certo momento il signore con cui stavo parlando mi ha anche fatto capire che una volta adulte sarebbe bello che "scappassero" in un qualche fiumetto dalle nostre parti, naturalmente dovrei fare una denuncia di scomparsa o smarrimento al cites....

Fatta la legge, trovato l'inganno.....

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