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L'alimentazione secondo Ursula Campi.


sofia

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Ciao a tutti e buona estate!

Credo che molti di voi abbiano letto "Tartarughe Terrestri Europee" edito da Primaris, anche perchè in Italia non esistono tanti testi pratici sull'allevamento delle nostre begnamine. In particolare quando tratta di alimentazione (pag. 46 e seguenti) mette in evidenza che debba essere esclusivamente vegetariana ma non fa alcun cenno sulla limitazione di somministrazione di alimenti come frutta (fragole, ciliegie, albicocche, mele, pere, fichi,anguria e melone) e ortaggi (zucca, cetriolo, piselli, fagioli, insalata, pomodori ecc.) ma anzi sottolinea le loro qualità invitando gli allevatori a somministrarne senza indugio e sicuramente senza porre dei limiti (tipo una volta alla settimana o ogni 15 giorni come spesso su questo sito viene consigliato). Non pènso sia una svista della scrittrice che mi pare molta attenta alla salute dei suoi animali. Dico questo anche perchè in questo periodo c'è una grande abbondanza di frutta ed ortaggi e mi sembra molto limitativo somministrarli una volta alla settimana o peggio ogni 15 giorni.

Cosa ne dite??? Ciaociao!

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anche il libro "tartarughe terrestri" di Pirotta sostiene che:

 

"possiamo somministrare tranquillamente anche ogni tipo di frutta stagionale..."

 

cmq anch'io penso che in fondo una volta a settimana sia poco

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Purtroppo, come su ogni argomento, esistono diversi pareri e ipotesi.

 

Penso che ognuno segua una linea diversa, alla ricerca di quella migliore.

 

Io mi domando sempre cosa troverebbe una tartaruga in natura... e in effetti è più probabile che trovi tarassaco e cicoria che zucchine o mele. Per il resto, come già detto, credo sia bene variare :)

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Sì Lara, hai perfettamente ragione, ma non dobbiamo dimenticare che le nostre tarte sono in cattività e quindi possono beneficiare di varietà e quantità di alimenti ben diverse che in natura. Forse il prezzo da pagare per tanta abbondanza è la libertà che le nostre tarte non hanno e forse non avranno mai!!!

Trattandosi di animali "domestici" dobbiamo secondo me fare riferimento alle esperienze di anni degli allevatori di tarte, e guardare meno alla natura.

Il ruolo della natura è quello di creare animali sempre più forti attraverso la selezione naturale, mentre il nostro ruolo è quello di far vivere al meglio le nostre begnamine senza cercare di riprodurre la natura che spesso è dura con il singolo esemplare per il bene della specie nel suo complesso.

E' come chiedere ad un allevatore di Cani di nutrire i suoi animali solo con carne fresca o di far loro fare lunghi digiuni, come i lupi, perchè in natura non troverebbe alimenti cotti!

CiaoCiao!

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Le nostre conoscenze sull'alimentazione delle tartarughe sono piuttosto giovani e in evoluzione. E il libro di Ursula e' stato scritto qualche anno prima della pubblicazione, come lei stessa ebbe modo di dire tempo fa.

 

Sulla frutta c'e' stato un progressivo irrigidimento causato dalla constatazione che la frutta provoca delle brutte fermentazioni intestinali (che nei casi gravi possono dare morte fulminante) e aumentano il proliferare dei vermi intestinali.

 

Inoltre l'alimentazione aggiunta deve essere valutata con l'alimentazione spontanea che trovano. Piccole aggiunte su una buona base sono positive, piccole aggiunte su una cattiva base sono deleterie. Cosi' come sono deleterie grosse aggiunte di frutta.

 

Le nostre tartarughe NON sono animali domestici. Sono animali che vivono in ambiente ristretto e che nutriamo noi. Spingerle a rimpinzarsi di cibi per i quali non si sono evolute nel corso di milioni di anni e' una autentica crudelta'. Piu' o meno come spingere un cane a rimpinzarsi di caramelle, torte e cioccolatini.

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Concordo anch'io con Sofia.Ma mi domando una cosa....Ragiono sul fatto che questi animali sono stati creati dalla natura "in un certo modo", sono stati creati per mangiare verdura e frutta, è vero, ma in natura non trovi animali piramidalizzati (cosa che invece negli allevamenti è assai frequente).Ti dico che in natura non ci sono con certezza perchè qui da me ci sono zone in cui sono ancora endemiche.

Concludendo ritengo che l'alimentazione che non tiene conto della quantità di frutta è davvero dannosa (gli allevatori in genere ne danno in quantità) non per ipotesi, ma comprovata dal fatto che comporta "malformazioni innnaturali" che influiscono non tanto sull'aspetto ( e su quello si potrebbe anche passare sopra) ma quanto sugli organi interni.Io sarei la prima a volerle "coccolare" con tanta frutta di stagione, ma queste motivazioni mi frenano....Se le mie idde fossero errate sarei contenta venissero confutate;)

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